Durante il lancio di Xiaomi Mi 11 Pro (che ricordiamo essere esclusivo per la Cina) e Mi 11 Ultra, Lei Jun ha mostrato anche le capacità dei dispositivi. Non c’è dubbio che il punto forte di questi smartphone è il comparto fotografico. A renderli dei TOP non c’è solo il sensore Samsung GN2, cioè il più grande al momento, ma anche una nuova modalità per gli scatti notturni. Questa è stata potenziata a dismisura e il brand ha deciso di spiegarci come l’ha sviluppata. Si tratta infatti di un algoritmo auto-prodotto chiamato “Night Owl” (tradotto dal cinese).
Cosa è “Night Owl” e come funziona? Si tratta di un algoritmo proprietario sviluppato da Xiaomi per permettere di fare foto in notturna assolutamente eccezionali
Secondo quanto affermato da Xiaomi, l’idea di questo nuovo algoritmo è nato dalla necessità di rendere più “normali” le foto scure. In sostanza il brand si è accorto che c’era bisogno di una soluzione al problema delle fotografie notturne. Ultra Night Mode, così chiamiamo una delle migliori feature in questo campo, non basta. La “Night Owl” è una modalità notturna all’ennesima potenza. Quando l’illuminazione è inferiore a 0.1 Lux l‘occhio umano non riesce a percepire i colori e le forme distintamente. Ma non è solo l’illuminazione il problema. Xiaomi ci spiega che ci sono altre quattro difficoltà:
- ad una bassa luminosità corrisponde un rumore dell’immagine maggiore e anche con un deep learning adeguato, ridurre il rumore è difficile
- gli algoritmi “tradizionali” non fanno altro che sovrapporre più fotogrammi per creare una media che si avvicini più possibile alla resa reale ma è difficile ripristinare un dettaglio eliminato attraverso queste operazioni
- il terzo problema è la sfocatura che aumenta quando l’utente scatta a mano libera
- l’algoritmo che utilizziamo normalmente prevede un meccanismo di schiarimento delle immagini, le quali però perdono precisione cromatica del colore (bilanciamento del bianco)
Per risolvere i problemi di cui sopra, l’algoritmo auto-sviluppato di Xiaomi “Night Owl” scatta ben otto foto correttamente esposte alle quali vengono aggiunte delle correzioni prima di arrivare al risultato finale. Quali sono queste correzioni?
- l’esposizione viene corretta in modo automatico
- le immagini vengono allineate e ricostruite aumentando i dettagli qualora questi siano stati eliminati in fase di cropping
- il colore viene corretto e, grazie all’intelligenza artificiale, viene aumentata o diminuita alla bisogna il contrasto
- la luminosità viene aggiustata nello stesso modo
In tutto questo però la difficoltà maggiore sta nel ridurre il rumore delle fotografie, ovvero la variazione casuale della luminosità o delle informazioni sul colore nelle immagini. Anche con un’operazione di denoising il risultato è spesso scarso e di bassa qualità: si perdono infatti informazioni preziose che potrebbero migliorare ulteriormente le foto invece di fargli perdere qualità. L’algoritmo di denoising di Xiaomi “Night Owl” combina informazioni sull’immagine RAW EV0 multi-frame per eseguire l’allineamento dell’immagine e ridurre l’impatto negativo.
Ricordiamo che il sensore più grande all’interno di questo modulo è il Samsung GN2, un’ottica di qualità assoluta che però non conta molto sul numero dei pixel, bensì sulla velocità dell’autofocus. Nel corso del teardown che è uscito proprio qualche giorno fa sono anche presentati degli scatti che mettono a confronto questo smartphone con Huawei P40 Pro Plus e iPhone 12 Pro Max. Si tratta di altri due mostri sacri della fotografia che però non reggono il confronto. Ricordiamo per completezza che le fotocamere di questo smartphone sono:
- sensore principale con una risoluzione di 50 megapixel
- sensore grandangolare con una risoluzione di 48 megapixel
- teleobiettivo periscopio con una risoluzione di 48 megapixel
Per completare il discorso, il brand ha affermato che questo particolare algoritmo è presente sia sulla variante Pro che Ultra. La prima però, come sappiamo, non arriverà mai in Europa.
Che spettacolo. Stavolta Xiaomi si è veramente superata