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Microchip: UE li vuole fare in casa, basta dipendenze da Asia e USA

La questione dei microchip è nera. Non solo questi sono di difficile reperibilità, ma l’Unione Europea (come tutti gli altri paesi) dipendono da due potenze principali: l’Asia e gli Stati Uniti. Giusto qualche giorno abbiamo visto come la statunitense GlobalFoundries abbia utilizzato 1.4 miliardi di dollari di investimenti per andare contro alla crisi dei processori. Allo stesso modo, TSMC ha investito miliardi per aumentare la produzione. In mezzo ci siano noi però, che dipendiamo da loro. Come ci muoveremo?

L’Unione Europea non ha intenzione di continuare ad acquistare totalmente da Asia e Stati Uniti: entro il 2030 il 20% dei microchip nascerà da noi

Secondo quanto rivelato da Bloomberg (via DDay), nelle prossime settimane verrà ratificato l’accordo Digital Compass. Questo accordo prevede che una quota di microchip sia prodotta in Europa in modo tale che i paesi che ne fanno parte non solo potranno acquistarli a prezzo inferiore, ma potranno anche staccarsi dalla “morsa” asiatica e statunitense. Attualmente tutti i processori provengono dai due paesi e noi li acquistiamo da lì, sia direttamente (le aziende) che indirettamente (l’utente che acquista uno smartphone). Ma di che numeri si parla?

Leggi anche: Europa: 17 paesi collaborano per rafforzare la posizione dell’UE in campo microchip

Si legge, dal documento che Bloomberg ha intercettato, che il 20% dei microchip utilizzati in Europa nel 2030 siano prodotti in Europa stessa. Un provvedimento, se così possiamo chiamarlo, a lungo termine ma neanche tanto. Solamente 9 anni. E questo fa ben capire la situazione del mercato mondiale: i microprocessori scarseggiano e anche l’UE deve fare la sua parte, in fretta.

La riduzione della dipendenza da aziende extra-europee consentirà all’UE di diventare digitalmente sovrana, oltre a proteggere in modo più consono gli interessi europei. Continueremo a sostenere, inoltre, la natura aperta di Internet

Si legge dal documento in mano a Bloomberg

Chiaramente per arrivare a questo obbiettivo è necessaria la costruzione di una fonderia tutta europea, dove metteranno mano le più grandi potenze del settore. I microchip che verranno prodotti, si legge, andranno dai 5 nm in su. Questo significa due cose: da una parte indipendenza, dall’altra competitività.

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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