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Europa: 17 paesi collaborano per rafforzare la posizione dell’UE in campo microchip

17 membri dell’UE hanno illustrato la loro iniziativa di sviluppo di chip e sistemi embedded in una dichiarazione pubblica intitolata “A European Initiative on Processors and Semiconductor Technologies“. In realtà la situazione è più complicata di quella descritta nel titolo, ma cercheremo di chiarirla il più possibile. Per iniziare però sono necessarie delle nozioni di base o meglio delle informazioni generali che permettono di inquadrare il discorso nel migliore dei modi. Andiamo dunque a vedere cosa è successo in Europa nei giorni scorsi e cerchiamo di capire il perché.

Perché l’Europa ha deciso di collaborare in campo microchip? Sono diversi i motivi

La decisione dell’UE di dare la priorità allo sviluppo di chip ha senso poiché i semiconduttori sono la base della trasformazione digitale e del progresso tecnologico. Un ecosistema (non esclusivamente) basato sulla produzione di microchip sta alla base di un’economia fiorente, in una prospettiva dove l’Europa potrebbe avere un ruolo chiave. Questo è possibile solamente se si raggiunge livelli alti, altissimi, alla pari di aziende cinesi e statunitensi che hanno il monopolio di questi prodotti. Ma lì ci arriveremo. La cosa importante è capire perché l’Unione Europea ha deciso di muoversi in questo modo. Sono tre i motivi:

  • la guerra commerciale USA-Cina: la cosiddetta guerra commerciale tra i due poli economici più importanti e potenti della terra ha provocato scompiglio nel mondo dei semiconduttori. Le due superpotenze si sono colpite a vicenda con tariffe e costi sempre maggiori sulle esportazioni e questo non ha giovato agli acquisti da parte degli altri stati. Creando una catena nell’Unione Europea, i membri dell’organizzazione potrebbero evitare ripercussioni in caso di conflitti del genere;
  • la pandemia da coronavirus: purtroppo il coronavirus che ha messo in ginocchio l’economia di tutto il mondo ha fatto comprendere quanto fragile sia la catena di approvvigionamento globale di questi microprocessori. Se il produttore principale (USA o Cina) ha delle difficoltà, il mondo ne risente subito. E’ dunque necessario formare un terzo polo per gestire un eventuale terzo “apocalisse” di questo genere;
  • indipendenza nazionale: moltissime nazioni tra cui anche Taiwan, India , Corea del sud nonché Cina e USA hanno recentemente lanciato iniziative nazionali per rafforzare la loro indipendenza nazionale.
Europa: 17 paesi collaborano per rafforzare la posizione dell'UE in campo microchip

Tempi e costi di realizzazione

La dichiarazione menziona l’utilizzo dei fondi della European Recovery and Resilience Facility (un pacchetto da 67.,5 miliardi di euro) per sostenere finanziariamente il progetto. Indica anche il 2025 come data entro la quale alcuni dei suoi piani di sviluppo dei componenti elettronici dovrebbero essere realizzati. Questi annunci sono stati dati solo la scorsa settimana, dunque il progetto avrà ancora bisogno di tempo per decollare come si deve. Ma se l’Europa mantiene le promesse siamo certi che (e questo interessa gli utenti finali) alla fine della storia i costi di macchinari e smartphones verranno ridotti in quanto non è necessario acquistare dall’estero.

Quali sono i paesi d’Europa che partecipano?

Austria, Francia, Finlandia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Germania, Grecia, Italia, Malta, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Belgio, Croazia, Cipro ed Estonia

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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