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Microchip, GlobalFoundries aiuta durante il boom di richieste: $ 1.4 miliardi di investimenti

I microchip. Sentiamo parlare di loro continuamente ma sappiamo davvero la loro importanza? In poche parole cerchiamo di spiegarlo noi. Sono alla base di ogni apparecchio elettronico, e questo già dovrebbe bastare. Se uniamo a questo il fatto che le aziende di telefonia, ma non solo, continuano a sfornare prodotti su prodotti, capiamo subito come la moria dei microprocessori si faccia sempre più grande. I colossi manifatturieri come TSMC e GlobalFoudries tuttavia stanno correndo ai ripari. Vediamo come quest’ultima ha deciso di muoversi.

GlobalFoundries, tra le aziende maggiori al mondo per produzione di microchip, ha stanziato 1.4 miliardi di dollari per far fronte alla crescente domanda

Secondo un recente rapporto di Reuters, GlobalFoundries, un produttore di microchip, starebbe investendo 1.4 miliardi di dollari per espandere la produzione. Lo ha annunciato citando una dichiarazione del direttore esecutivo della società. Secondo lui, questo importo sarà distribuito uniformemente tra le fabbriche negli Stati Uniti, a Singapore e in Germania. 

“L’adozione della tecnologia che normalmente avrebbe richiesto un decennio è avvenuta in un anno nel 2020 a causa di COVID-19”

Thomas Caulfield, CEO di GlobalFoundries

L’espansione di GlobalFoundries è guidata dall’attuale carenza di microcircuiti, che è sorta a seguito della rapida crescita della domanda. Gli investimenti aumenteranno il volume di produzione dei microchip da 12 a 90 nm. Si prevede che quest’anno il volume di produzione aumenterà del 13% e nel 2022 di un altro 20%. Circa un terzo dell’investimento proverrà da clienti che cercano di assicurarsi una fonte di approvvigionamento stabile.

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global foundries microchip

Se la domanda continua a crescere, GlobalFoundries potrebbe costruire un nuovo impianto accanto a quello esistente nello Stato di New York. L’accordo per l’acquisto dell’appezzamento di terreno è stato concluso lo scorso anno.

Lo stesso Caufield ammette che non è una questione di “se” ma una questione di “quando”. La decisione tuttavia non dipende esclusivamente dall’azienda ma anche dal cosiddetto Chips Act, ovvero un investimento che prevede decine di miliardi di dollari per la produzione di microprocessori negli Stati Uniti.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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