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Xiaomi: investimenti a nove zeri nel settore dei processori | Report

Xiaomi è sempre stata una dei partner più fruttuosi di Qualcomm ma anche di MediaTek. La prima ha fatto in modo che il brand di Lei Jun fosse il primo a lanciare determinati smartphone con i suoi processori: si pensi al Mi 10 e il Mi 11 che sono stati i primi ad uscire con Snapdragon 865 e 888 rispettivamente; per quanto riguarda la seconda azienda, nell’ultimo anno i rapporti si sono intensificati e ciò si vede con i nuovi smartphone con processore Dimensity ed Helio. Ma le cose cambieranno presto in quanto il colosso cinese sta investendo cifre da capogiro nel settore dei processori.

Xiaomi investe in aziende, startup e compartecipazioni nel settore dei processori: l’obbiettivo a lungo termine non è solo quello di diventare indipendente

Chiaramente si parla di obbiettivo a lungo termine perché i risultati cominceranno a vedersi solo dopo anni dagli investimenti. In ogni caso Xiaomi ha investito, a partire dal 2019, in almeno 34 società cinesi legate ai chip come mostra un’analisi dei dati aziendali di Nikkei Asia. Oltre a questi investimenti 8si parla di acquisti) il colosso cinese ha aggiunto partecipazioni in altre 25 società di hardware. Gli obbiettivi di cui parlavamo poc’anzi sono: auto sviluppo dei microchip e indipendenza dalle altre aziende, soprattutto statunitensi.

aziende in cui xiamo ha investito per auto sviluppare processori

Nonostante il buon sangue che scorre (direi ottimo) tra Xiaomi e Qualcomm, l’obbiettivo di Pechino rimane sempre quello: diventare indipendente dagli Stati Uniti. Inevitabilmente in un Paese come la Cina, tutte le aziende devono seguire la linea guida e forse questo è un bene. Non siamo analisti ma probabilmente se le aziende maggiori si staccassero dai soliti produttori, la crisi dei chip potrebbe vedere una flessione in positivo. Pensiamo ad esempio se Xiaomi dividesse la propria strada dal colosso statunitense produttore di Snapdragon: una grossa quantità di prodotti verrebbero a mancare alla seconda azienda, e la prima si troverebbe a sviluppare i propri.

Una divisione dei compiti, seppur in larghissima scala. Ma torniamo ai dati di Nikkei. Gli investimenti in chip e altro hardware sono stati effettuati principalmente attraverso un’affiliata nota come Hubei Xiaomi Changjiang Industry Fund Partnership, istituita nel 2017. Fino ad oggi questa affiliata è rimasta in disparte, acquisendo altre compagnie e startup ma senza produrre. Tuttavia, Xiaomi afferma che le sue ambizioni di sviluppo di chip, iniziate nel 2014, stanno iniziando a dare i loro frutti. Martedì ha presentato un chip ISP progettato internamente, il Surge C1.

surge c1 xiaomi

Ma quando è iniziata questa tremenda corsa all’indipendenza dei chip? Principalmente da quando Washington ha improvvisamente tagliato Huawei dai suoi principali fornitori globali. E ricordiamo che la vecchia amministrazione Trump ha fatto più o meno la stessa cosa con Xiaomi, seppur invano. Ma a prescindere da questo, sarà vero che per le aziende è conveniente sviluppare i propri chip autonomamente?

Donnie Teng, analista di Nomura Securities Nikkei Asia, ha detto: “Non è realistico che una qualsiasi azienda possa fare tutte le cose e utilizzare solo chip sviluppati autonomamente…questo consumerebbe troppe risorse. Allo stesso tempo sarebbe troppo rischioso mettere tutte le uova in un paniere considerando le tensioni geopolitiche“. Questo è vero, ma ricordiamo che Xiaomi ha investito in diverse aziende, mantenendole in un certo senso indipendenti. Ad esempio ha investito in Cvitek, uno sviluppatore di chip AI che si concentra sul monitoraggio video e sulla tecnologia di edge computing; oppure Xi’an Intelligence Silicon Technology, che sviluppa gate array programmabili.

Ma voi che cosa ne pensate? Diventerà mai Xiaomi un’azienda indipendente dalle altre, specialmente da Qualcomm? E se questo succedesse, sarebbe davvero positivo per il brand? Non è davvero facile sviluppare dei processori (parlando di smartphone) che equivalgano quelli di Qualcomm. E mettiamoci anche che Xiaomi non è un’azienda di soli smartphone…

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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