In una realtà tecnologia così multinazionale, ogni dettaglio in termini di innovazioni può scatenare una tempesta. Recentemente, Xiaomi ha risposto a delle affermazioni fatte da Huawei, riguardanti la loro avanzata tecnologia “Dragon Bone Hinge“. Per chi non la conoscesse, si tratta della tecnologia di piegatura degli smartphone foldable dell’azienda. La contesa si concentra sul design e sulla funzionalità di quest’ultima.
Xiaomi difende la sua innovazione dalle parole accusatorie di Huawei
Nel recente scambio di dichiarazioni nel settore tecnologico, Xiaomi ha risposto con fermezza alle affermazioni di Huawei. La contesa si è accesa attorno alla cernieta dei foldable, un aspetto cruciale nella progettazione di dispositivi pieghevoli. Xiaomi ha chiarito che il loro sistema “Dragon Bone Hinge” è un risultato di ricerca e sviluppo interno, distinguendosi nettamente dalle soluzioni proposte da Huawei.
La cerniera di Mix Fold 3 di Xiaomi introduce un meccanismo a tre livelli con una struttura complessa e innovativa, progettata per offrire una maggiore precisione e resistenza. Questo approccio contrasta con la tecnologia proposta da Huawei, basata su un design di cerniera differente.
Le differenze tecniche sono significative: mentre Huawei impiega un approccio tradizionale, Xiaomi ha optato per una soluzione più complessa e potenzialmente più efficace. Questa scelta rispecchia la filosofia di dell’azienda cinese nel cercare costantemente l’innovazione e la qualità superiore.
Di seguito le parole del brand, prese dal comunicato stampa cinese ufficiale che trovate a questo link:
“Recentemente, il signor Yu Chengdong ha ingiustamente preso di mira la nostra azienda con dichiarazioni non veritiere riguardo il nostro “Dragon Bone Hinge“, che sono gravemente incoerenti con i fatti. Vogliamo fare chiarezza come segue:
Il “Dragon Bone Hinge” è una nuova generazione di cerniera pieghevole sviluppata internamente da Xiaomi Group. Questa è la prima nel settore a introdurre una struttura a 3 livelli, che porta a una qualità di piegatura superiore, più precisa e affidabile.
Sia il concetto di design che la struttura meccanica sono completamente diversi dalla cosiddetta “chiglia doppia” menzionata dal signor Yu Chengdong. Dopo aver esaminato i materiali tecnici diffusi dalla sua azienda e i brevetti pubblici, e aver effettuato un’analisi pratica, la cosiddetta “chiaglia doppia” utilizza un design “a 2 livelli con 3 componenti e 4 giunti”, mentre la struttura meccanica di Xiaomi utilizza un innovativo “a 3 livelli con 5 componenti e 7 giunti”.
L’azienda continua poi dicendo:
Xiaomi ha brevettato il sistema in questione il 18 settembre 2020, ottenendo il brevetto il 5 gennaio 2021, ed è stato applicato per la prima volta nell’agosto 2023 sul Xiaomi MIX Fold 3. Invece, la tecnologia menzionata dal signor Yu Chengdong è stata brevettata il 13 dicembre 2019 e resa pubblica solo il 18 giugno 2021. Da ciò si evince che le affermazioni del signor Yu Chengdong sono completamente prive di fondamento.
Inoltre, secondo le informazioni pubblicamente disponibili, la domanda di brevetto per la struttura della compagnia di Yu Chengdong è stata depositata il 29 ottobre 2021 e resa pubblica solo il 5 maggio 2023, senza alcuna conferma di essere stata autorizzata né di essere stata messa in produzione fino ad oggi.
Chiediamo al signor Yu Chengdong di aderire ai principi fondamentali di “scientificità e rigore” e di astenersi dal diffamare colleghi e ingannare il pubblico.
Insomma, il dibattito non si limita alla mera tecnologia, ma si estende alla percezione del pubblico e all’immagine aziendale. La reazione di Xiaomi evidenzia l’importanza della proprietà intellettuale e del rispetto reciproco nel settore. La loro difesa non è solo una questione di specifiche tecniche, ma anche un simbolo del loro impegno verso l’innovazione e l’integrità.
Per il momento non ci sono state nuove dichiarazioni ufficiali, ma senza dubbio seguiranno dei comunicati stampa che chiariranno la vicenda. Vale la pena ricordare che le due aziende hanno recentemente trovato un accordo in merito a una presunta violazione dei brevetti
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