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L’Assistant di Google risponderà sulle cuffie ma attraverso Gemini

Dopo aver visto il lancio ufficiale di Gemini sul Play Store qualche giorno fa, oggi 9to5Google ci racconta di un altro passo importantissimo di Google. Si tratta dell’arrivo della funzione che permetterà a Gemini di interagire sulle cuffie. In sostanza quello che conosciamo come Google Assistant a breve risponderà ma utilizzando il modello linguistico generativo di Google, ovvero Gemini. Ecco tutti i dettagli.

L’espansione di Gemini su cuffie è il prossimo passo di Google

La recente presentazione di Gemini da parte di Google ha concentrato l’attenzione principalmente sui dispositivi smartphone, mantenendo invariato il supporto dell’Assistente su display intelligenti, altoparlanti, TV, automobili e dispositivi Wear OS. Tuttavia, l’annuncio che l’app Gemini mobile arriverà sulle cuffie segna un momento significativo nell’evoluzione della tecnologia indossabile.

Decompilando l’ultima versione dell’applicazione caricata da Google sul Play Store, emerge chiaramente l’intenzione di espandere la disponibilità di Gemini, rendendola accessibile anche tramite cuffie. Questo passo rappresenta il segnale più esplicito dei piani di espansione di Gemini, evidenziando la priorità data da Google agli smartphone Android e iOS.

L’integrazione di Gemini nelle cuffie apre la possibilità a risposte potenziate dall’intelligenza artificiale generativa, esclusivamente nell’ambito audio. Optare per le cuffie come punto di partenza, sfruttando la possibilità di ricadere sullo smartphone connesso in caso di problemi, sembra una scelta prudente rispetto all’introduzione diretta su display intelligenti o altoparlanti. Intatti il team di 9to5Google ha scoperto questa cosa grazie ad un messaggio di errore:

<string name=”assistant_onboarding_bisto_error_message”>Gemini mobile app is working on expanding availability to make it accessible on your headphones</string>

La sfida principale per Google sarà ottimizzare Gemini per le cuffie, in particolare per quanto riguarda la lunghezza delle risposte. Le risposte più lunghe, più facilmente gestibili su uno schermo, potrebbero richiedere un adattamento per l’uso tramite auricolari, magari introducendo una personalizzazione della velocità di riproduzione. È ovvio che questi messaggi non possono essere lunghi quanto le risposte di ChatGPT o di Bard, che oltre a rispondere al quesito che gli viene posto vanno ad allungare il brodo per rendere la risposta più completa.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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