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OpenAI apre ChatGPT alle applicazioni militari: è l’inizio della fine?

Un recente aggiornamento non annunciato della politica d’uso di OpenAI ha sollevato dibattiti e interrogativi. L’organizzazione, precedentemente nota per la sua ferma opposizione all’utilizzo dei suoi prodotti in ambito militare, sembra ora aver aperto le porte a nuove possibilità. ChatGPT potrà essere usato per applicazioni militari, cosa che prima era vietato dalle regole scritte da OpenAI. E ora che succederà?

La svolta di OpenAI: ChatGPT apre alle applicazioni e usi militari. Bene o male?

La recente modifica della politica d’uso di OpenAI ha segnato un punto di svolta significativo. Tradizionalmente, OpenAI aveva una chiara politica contro l’utilizzo delle sue tecnologie in ambito militare e di guerra. Tuttavia, questa restrizione è stata rimossa, lasciando spazio a diverse interpretazioni e potenziali applicazioni militari.

Il sito di notizie The Intercept è stato il primo a notare questo cambiamento il 10 gennaio. In un settore in costante evoluzione come quello tecnologico, aggiornamenti non annunciati nelle politiche di utilizzo sono comuni, ma questo particolare cambiamento non sembra essere una semplice questione di chiarezza o leggibilità, come affermato da OpenAI.

Il cambiamento di politica potrebbe non essere direttamente collegato al recente annuncio di OpenAI riguardante le versioni personalizzabili dei suoi GPT, ma piuttosto suggerisce una riconsiderazione più ampia del ruolo e delle responsabilità dell’azienda nel contesto militare. Infatti, nonostante la rimozione del divieto esplicito di utilizzo militare, OpenAI mantiene una proibizione generale sullo sviluppo e l’uso di armamenti.

logo chatgpt ruotato verso destra su sfondo verde acqua

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È interessante notare che il militare non si occupa esclusivamente di armamenti; il suo coinvolgimento in ricerche di base, investimenti, fondi per piccole imprese e supporto infrastrutturale è ben documentato. Qui, le piattaforme GPT di OpenAI potrebbero trovare applicazioni utili, come nell’esempio di ingegneri militari che utilizzano GPT per riassumere decenni di documentazione sull’infrastruttura idrica di una regione.

Insomma ChatGPT verrà usato per applicazioni militari ma non è detto che la sua tecnologia, che sia GPT-4, GPT-6 e GPT-7 sarà integrata in armamenti. Tuttavia, la facile interpretazione delle norme scritte sulla policy potrebbe essere un grande ostacolo per i detrattori (a ben vedere) della guerra e degli armamenti.

Questo solleva questioni complesse su come definire la relazione tra le aziende e il finanziamento governativo o militare. Un esempio storico è il “Progetto Maven” di Google, che ha superato i limiti accettabili per molti. La questione diventa ancora più complicata quando si considera l’uso di tecnologie come GPT-4 in contesti accademici finanziati dal settore militare.

La rimozione totale del divieto di “militare e guerra” dalla lista delle usi proibiti di OpenAI suggerisce che l’azienda è, quantomeno, aperta a servire clienti militari. Questo porta a interrogativi più ampi su dove debba essere tracciata la linea etica nell’uso delle tecnologie avanzate. Se da un lato esistono applicazioni potenzialmente benefiche e non belliche, dall’altro lato c’è il rischio che tali tecnologie possano essere utilizzate in modi che vanno oltre la semplice ricerca e sviluppo.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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