Xiaomi è stata tra le prime aziende, se non la prima, ad annunciare l’arrivo di Android 12 su alcuni dei propri dispositivi. Nello specifico, i più potenti smartphone della serie Mi 11 hanno ricevuto l’update in versione Beta. Bene, dallo stesso giorno del rilascio dell’aggiornamento (che ricordiamo essere esclusivamente per i Beta Tester, ovvero i Mi Pilots) alcune fonti come Xiaomiui e a ruota altri siti web, hanno iniziato a “segnalare” brick degli smartphone. Ma cosa sta davvero succedendo? Proviamo a fare ordine e capire perché questi smartphone sono davvero bloccati.
Da giorni alcune fonti segnalano brick degli smartphone Xiaomi dopo l’update ad Android 12: ma è davvero così? Cosa sta succedendo? Cerchiamo di fare chiarezza
Prima di tutto Xiaomi non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale circa questa situazione, cosa che è solita fare. Inoltre, le fonti di cui sopra non hanno mai segnalato nessuno screenshot o prova che testimonino che i dispositivi interessati sono brickati. Già questo, come si suol dire, “fa puzza”. Oltre a ciò, dobbiamo tenere a mente un paio di cose prima di comprendere il perché (se vero) del brick:
- Android 12 è stato rilasciato sotto forma di Beta, dunque è destinato ai Beta Tester. In quanto tale è normale che ci siano problemi di incompatibilità almeno all’inizio, altrimenti sarebbe stata rilasciata sin da subito una Stabile;
- come anticipavamo, l’aggiornamento è destinato ai Mi Pilots e non a tutti. Con grande facilità, la stragrande maggioranza degli utenti che sono incappati nel brick sono utenti “comuni” che hanno voluto subito provare in anteprima le novità del sistema operativo sottovalutando le conseguenze di procedere con l’update.
Alcuni di voi sicuramente diranno: sì, ma Xiaomi è solita non rodare i propri aggiornamenti. E in effetti è vero, ma ricordiamo che che c’è da distinguere tra aggiornamenti MIUI e aggiornamenti del sistema operativo. Come sappiamo e come ricorda Wang Hua, general manager del dipartimento di pubbliche relazioni di Xiaomi, Android 12 è stato appena adattato e dunque Google e gli sviluppatori di app hanno ancora tanto lavoro da fare.