Sul nostro canale TechToday.it ieri abbiamo parlato delle previsioni di TrendForce circa la quantità di smartphone che ogni azienda produrrà il prossimo anno. Pare che il 2022, in barba alla crisi dei chip, sarà l’anno della ripresa. Epidemia, contagi e mancanza di microprocessori saranno ancora presenti chiaramente, tuttavia alcune aziende risponderanno meglio di altre. Xiaomi è tra queste. Anzi, lei sarà l’azienda che produrrà (e speriamo venderà) di più nel panorama mondiale delle più grandi aziende. Andiamo a vedere i dati che ci ha fornito TrendForce.
TrendForce ha previsto la quantità di smartphone che verranno prodotti il prossimo anno, anche di Xiaomi. Altro che crisi dei chip!
Xiaomi sarà l’azienda che nel 2022 produrrà più smartphone in assoluto. Molti utenti sicuramente penseranno: “Ci mancava qualche smartphone in più!” ma in realtà i dati si riferiscono alla situazione globale. Quindi i mercati presi in considerazione sono tutti, non soltanto quello occidentale. Di conseguenza possiamo stare tranquilli: non ci sarà pericolo di vedere più modelli del solito in Europa. Ma detto ciò, a che cosa è dovuta questa crescita, che ricordiamo non è reale ma prevista? E soprattutto di quando la produzione aumenterà?
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La crescente domanda nei paesi emergenti è la motivazione principale per cui Xiaomi crescerà più di tutte. Il brand è ormai conosciuto in tutto il mondo e possiede delle linee di smartphone anche piuttosto economiche. Proprio questa fascia permetterà la crescita del 15.8% rispetto all’anno precedente. Nello specifico Xiaomi spedirà 220 milioni di smartphone. Samsung e Apple sono comunque presenti sul mercato, tuttavia proprio perché non possiedono un catalogo entry level come lo ha Xiaomi, non potranno competere. Rispettivamente cresceranno infatti solo dell’1.1% e 5.4% rispetto all’anno precedente.
Se invece analizziamo i dati relativi alla fetta di mercato posseduta da ogni singolo brand, notiamo che Xiaomi è in terza posizione con il 16%, in confronto i primi due capifila Samsung e Apple che hanno 20% e 18% di fetta di mercato.