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Tradizione e modernità: cosa si cela dietro la presentazione di Mi Mix 3

Xiaomi negli ultimi anni è sempre stata la protagonista quando si trattava di nuovi flagship. Questo mese ha stupito tutti gli utenti con la presentazione del nuovo high-end Mi Mix 3 nella suggestiva cornice della “Città Proibita“: tra la tradizione della cultura Cinese ricca di simboli, la modernità del dispositivo non ha fatto fatica a risaltare. E’ proprio questa coesistenza tra tradizione culturale e modernità tecnologica che ci interessa in questa sede. In quanti si sono chiesti il perché della presentazione in quel luogo?

In tempi antichi questa città era la residenza dell’Imperatore del Paese di Mezzo ed era considerata una sorta di riproduzione in terra del luogo che ospitava il dio del Cielo. Il popolo pensava quindi che il palazzo imperiale costruito al centro della Città Proibita fosse un luogo così sacro da essere proibito alla gente comune. Non è un caso che Xiaomi abbia scelto proprio questa location: in controtendenza al divieto antico di entrata nel palazzo imperiale, l’azienda ha fatto proprio il principio di “tecnologia per tutti” ed è entrata con prepotenza nel mercato prima cinese e poi globale.

Inoltre, non è un caso che il nuovo top di gamma sia stato presentato con la raffigurazione dello 獬豸(xièzhì), figura leggendaria cinese con più di 5000 anni. Xièzhì rappresenta l’onestà, la veridicità, il valore e il vigore, tutte caratteristiche che se vogliamo possiamo riconoscere come fondanti per il nostro amato brand. Rappresenta quindi dei valori molto intimi per i cinesi, valori che sono radicati nella loro cultura da millenni. Nelle leggende di solito questo animale è presentato con la testa di un drago il corno di un cervo, il dorso di una tigre, la coda di un bue e lo zoccolo di un cavallo.

Mi mix 3 special edition forbidden palace

Con i grandi occhi luminosi e arrabbiati che fissano le persone, questo leggendario animale riesce a distinguere il bene dal male e quando vede l’iniquità o il cattivo comportamento commessi da funzionari o ministri, li abbatte con il corno e li mangia. Questa enfasi sulla giustizia e se vogliamo in un certo senso sul premiare i buoni e punire i cattivi, sembra essere ciò che ha descritto nell’intervista che abbiamo tradotto qui.

Secondo Lei Jun il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia ha trascurato l’antica civiltà della Cina. Questa edizione speciale dedicata alla “Città Proibita” ci ha fatto vedere una società molto attaccata alla propria cultura e ci dice chiaramente che gli utenti hanno un rapporto sempre più intimo con i propri smartphone, rapporto che i cinesi hanno con la loro tradizione. Nell’era in cui l’industria della telefonia mobile è diventata ferocemente competitiva, la cosa più importante è aumentare il valore aggiunto dei prodotti e la cultura a mio avviso è il più alto valore aggiunto.

A ciò c’è da aggiungere che Xiaomi non è entrata nelle “vite” degli utenti soltanto con gli smartphone, bensì sta creando interi ecosistemi economici che posso convivere con l’uomo, a dispetto di quel divieto che dal 1420 (anno in cui è terminata la costruzione del grande palazzo) impediva alla popolazione di entrare nella città.

Voi cosa ne pensate di questo parallelo tradizione-innovazione? Ha giocato un ruolo importante nel lancio del nuovo flagship? Fatecelo sapere nei commenti!

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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