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Imagine with Meta AI: il generatore di immagini AI di meta è pubblico. Ma rispetta la privacy?

L’universo digitale si arricchisce con una novità: “Imagine with Meta AI“, il nuovo generatore di immagini AI di Meta. Questa tecnologia, alimentata da oltre un miliardo di immagini pubbliche (sì, proprio così) di Facebook e Instagram, promette di trasformare semplici descrizioni testuali in immagini creative. Un tool che non è una novità ma che farà parlare di sé, visto che la privacy e l’etica digitale giocano un ruolo fondamentale.

Come funziona il generatore di immagini AI

Meta ha recentemente svelatoImagine with Meta AI“, una piattaforma web gratuita che funge da generatore di immagini AI, utilizzando il modello di sintesi di immagini Emu. Questa tecnologia si basa su un imponente database di 1.1 miliardi di immagini pubbliche di Facebook e Instagram. L’idea alla base è semplice: a partire da una descrizione testuale, il modello AI è in grado di creare immagini inedite e originali. In sostanza si tratta della forma text-to-image.

Emu si distingue per la sua capacità di generare immagini di alta qualità attraverso un processo denominato “quality-tuning”. A differenza dei tradizionali modelli di testo-immagine, Emu si concentra sull’allineamento estetico dopo una fase di pre-addestramento, utilizzando un set di immagini visivamente accattivanti.

La peculiarità di “Imagine with Meta AI” sta nel suo addestramento: le immagini pubbliche dei popolari social media diventano il terreno fertile per insegnare all’AI i concetti visivi. Ciò solleva interrogativi intriganti sull’uso dei dati personali in rete: una foto pubblicata potrebbe aver contribuito allo sviluppo di questa tecnologia.

A tal proposito, Meta assicura che solo le foto pubbliche vengono utilizzate, quindi rendere private le proprie immagini su Facebook o Instagram dovrebbe escluderle da future sessioni di addestramento.

esempio di come si usa il generatore meta di immagini ai
Un esempio di come si usa il generatore di immagini AI di Meta

Nella pratica, il generatore di immagini AI di Meta funziona analogamente ad altri modelli come Stable Diffusion, DALL-E 3 e Midjourney. Per creare immagini con questo nuovo sito, è necessario un account Meta, che può essere importato da Facebook o Instagram. Ogni generazione produce quattro immagini di 1280×1280 pixel, salvabili in formato JPEG, con un piccolo watermark “Imagined with AI“.

La qualità delle immagini generate da Meta è generalmente realistica, sebbene non al livello di Midjourney. Gestisce prompt complessi meglio di Stable Diffusion XL, ma forse non come DALL-E 3. La diversità etnica nelle rappresentazioni umane è un punto di forza, ma il modello mostra limitazioni nella resa di testi e diversi output mediatici come acquarelli o ricami.

Nonostante la divertente esperienza che Meta offre con il suo generatore di immagini AI, emergono preoccupazioni etiche e sulla privacy. La questione della proprietà intellettuale e dell’uso etico dei dati rimane aperta, sollevando discussioni importanti nell’era dell’intelligenza artificiale avanzata.

Quando sarà disponibile

Al momento della sua uscita, ovvero 6 dicembre 2023, il generatore di immagini AI di Meta non è disponibile in tutto il mondo. Infatti, se si procede sul sito internet ufficiale per la prima volta e si crea un account (collegandolo a Facebook o Instagram), si arriverà ad una pagina web che ci informa che “Imagine with Meta AI” non è ancora accessibile.

Rispetto della privacy

Non sappiamo quando Meta renderà accessibile il servizio in Italia. Probabilmente ci sono problemi legati al rispetto della privacy, così come fu per ChatGPT a suo tempo. Infatti, non dovrebbe essere legale (o quantomeno dovrebbe essere regolamentato in maniera differente) nel nostro paese utilizzare le foto pubbliche per addestrare il modello AI.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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