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Google gioca le sue carte AI: novità a pagamento in vista?

In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo digitale, Google si prepara a intraprendere un percorso innovativo. La società sta esplorando nuovi territori valutando l’implementazione di funzionalità avanzate di ricerca basate sull’AI accessibili tramite abbonamento. Questa nuova direzione potrebbe segnare un momento epocale per il famoso motore di ricerca, che da sempre ha offerto i suoi servizi principali senza restrizioni.

Google e la ricerca AI: un futuro a pagamento?

Google si trova a un bivio strategico. L’emergere di tecnologie come ChatGPT di OpenAI ha scosso le fondamenta stesse del suo modello di business basato sulla pubblicità. In risposta, Google sta valutando la possibilità di rendere alcune delle sue nuove funzionalità di ricerca basate sull’intelligenza artificiale esclusive per gli abbonati. Queste innovazioni completerebbero i servizi premium esistenti come l’assistente Gemini in Gmail e Documenti.

Sebbene il suo motore di ricerca rimarrà gratuito, l’introduzione di un sistema a pagamento per funzionalità avanzate rappresenta un cambiamento radicale per l’azienda. Google ha sempre puntato su servizi gratuiti sostenuti dalla pubblicità, rendendo questa mossa un vero e proprio cambio di paradigma.

Questa iniziativa emerge in un contesto in cui Google deve confrontarsi con il duplice obiettivo di innovare, mantenendosi al passo con le evoluzioni dell’IA, e di proteggere le sue principali fonti di guadagno, strettamente legate alla pubblicità online. Il lancio di ChatGPT ha accelerato la corsa alle armi nell’AI, spingendo Google a cercare modalità per integrare queste tecnologie senza minare le proprie entrate pubblicitarie.

Il motore di ricerca tradizionale di Google, che lo scorso anno ha generato entrate per 175 miliardi di dollari, resta una pietra miliare del suo successo. Tuttavia, l’IA generativa richiede risorse computazionali significativamente maggiori, aumentando i costi per l’azienda. Google ha già sperimentato con un servizio di ricerca AI chiamato “Search Generative Experience“, offrendo risposte dettagliate alle query degli utenti ma limitando l’accesso a un gruppo ristretto, incluso alcuni abbonati al pacchetto Google One.

Quali migliorie comporterà?

L’introduzione da parte di Google della ricerca AI potenziata ma a pagamento potrebbe risolvere alcuni dei problemi legati al modello attuale, come la necessità per gli utenti di navigare attraverso i link per trovare informazioni, spesso distogliendoli dai contenuti pubblicitari.

Inoltre, Microsoft ha già integrato tecnologie AI simili nel suo motore di ricerca Bing, sebbene ciò non abbia significativamente impattato sulla sua quota di mercato. La vera sfida per Big G sarà quindi quella di implementare queste innovazioni in modo da attrarre nuovi utenti e generare ulteriori entrate, senza alienare la propria base di utenti abituata a servizi gratuiti.

Fonte | Financial Times

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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