Durante la conferenza di presentazione del nuovo Xiaomi Mi 6X, l’amministratore delegato dell’azienda, Lei Jun, ha fatto un annuncio decisamente fuori dal coro il quale andrà ad influenzare in modo significativo l’intera gamma di prodotti venduti dalla società. Xiaomi nel corso degli anni si è fatta una nomea positiva in parte grazie alla sua strategia aggressiva con cui proponeva (e propone) prodotti dall’alta qualità a prezzi decisamente competitivi. Per contenere i costi l’azienda ha tradizionalmente evitato onerose campagne di marketing ed ha concentrato le vendite dei suoi device unicamente tramite i propri canali ufficiali, sfruttando poco i rivenditori di terze parti.
Il grosso del capitale deriva principalmente dall’acquisto di accessori e gadget piuttosto che da prodotti importanti come smartphone, almeno a quanto riferiscono i report degli analisti cinesi. I margini di profitto derivanti dalla vendita dell’hardware di Xiaomi sono sempre stati considerati bassi e pochi produttori di smartphone probabilmente seguono la stessa linea di business, ma la notizia che sconvolge è il fatto che Xiaomi si impegnerà, indipendentemente da quanto possano aumentare i prezzi in futuro (relativi ai componenti), a limitare il proprio margine di profitto netto ad una valore del 5%.
Se Xiaomi vuole diventare una grande azienda, ha bisogno di ricordare prima di tutto la sua missione. Tra qualche anno forse non sarò più l’amministratore delegato della società che sarà diventata la numero uno al mondo, solo continuando a seguire questa strada.” Lei Jun CEO .
Xiaomi limita i guadagni derivanti dalla vendita hardware… per sempre
Ancora più interessante è che Xiaomi si impegna a restituire ai propri clienti la parte dei profitti derivante dal superamento di questo valore, anche se non è chiaro con quali mezzi e strumenti questi profitti vengano restituiti. Ad ogni modo l’impegno di Xiaomi non significa necessariamente che i consumatori avranno sempre garantito un prodotto economico, ad esempio la società potrebbe decidere di rilasciare una chiavetta USB dal prezzo di 10000 euro ma mantenere la promessa di un limite del 5 percento in termini di utile netto. E’ interessante notare che queste affermazioni vengono effettuate a pochi giorni di distanza dalla presentazione della domanda di IPO a Hong Kong che avverrà la prossima settimana.
In parole povere, Xiaomi semplicemente non avrà lo stesso incentivo di guadagno che gli altri produttori di hardware hanno quando si tratta di aumentare i costi di vendita. Xiaomi sembra voglia adottare la strategia del: perché vendere un telefono a 500 euro quando potrebbe potenzialmente ottenere gli stessi guadagni vendendo lo stesso telefono a 400 euro, portando però il proprio marchio nelle mani di più utenti?
