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Xiaomi vuole spostare la sede attuale di Pechino

Proprio così, Xiaomi vuole spostare la sede attuale di Pechino a Wuhan, la città più popolata in assoluto della Cina centrale. Ovviamente non tutti i dipendenti sono contenti di questa scelta, ma Lei Jun ha perso questa decisione per dei motivi ben precisi.

Non tutti sanno che Pechino è suddivisa in sette grandi anelli, come sette grandi Raccordi Anulari che racchiudono Roma, che si sviluppano per una superficie di circa 17.000 km quadrati. I primi tre anelli sono “dedicati” principalmente al turismo, visto che lì sono concentrate le bellezze della Terra di Mezzo. Dal quarto anello in poi invece si concentrano maggiormente fabbriche e industrie di ogni tipo e non è una cosa inusuale vedere queste fabbriche che si spostano. Ad esempio dal quarto al quinto anello, negli ultimi anni, si è spostata una delle più grandi aziende produttrici di display touch LCD e OLED chiamata “Dongjing”, da cui aziende come Xiaomi si riforniscono per l’assembraggio dei propri dispositivi.

Allo stesso modo Xiaomi ha deciso di spostarsi, ma non di uno o due anelli, bensì di città. Infatti Lei Jun vuole trasferire la sede centrale da Pechino a Wuhan, la città più popolosa della Cina centrale. Non è la prima volta che Xiaomi si trasferisce: infatti negli ultimi 5 anni i dipendenti hanno dovuto spostarsi ben 5 volte, di ufficio in ufficio, di palazzo in palazzo. Questo grande spostamento che potrà concludersi probabilmente l’anno prossimo, ha delle motivazioni ben fondate: Wuhan è la città dove Lei Jun si è laureato in “computer science” nel lontano 1991, è la città dove il 1 Ottobre di quest’anno Xiaomi ha aperto lo store più grande al mondo ma soprattutto è la città dove è iniziato il cammino del nostro CEO con la sua primissima azienda, purtroppo fallita a causa di inesperienza. E’ da qui quindi che nasce il sogno di Mr. Jun

Mi store wuhan xiaomi lei jun

Molti pensano che il CEO non può più permettersi di restare nella capitale a seguito della perdita del valore di Xiaomi in borsa. Non sappiamo se la realtà sia questa, ma l’unica cosa che sappiamo da fonti certe è che proprio questa città ha un valore affettivo molto importante per lui.

L’unico “piccolissimo” particolare è che, come è successo per Dongjing che abbiamo nominato sopra, molti dipendenti non sono affatto felici di questa scelta e questo è un ostacolo particolarmente grande vista la mole di lavoratori che fanno parte dell’azienda. Se per Dongjing è successo che molti dipendenti si sono licenziati, allora potrebbe succedere anche per Xiaomi. Ma per far accettare ai dipendenti di traslocare, Lei Jun ha deciso di dare, oltre allo stipendio ordinario, 30.000 yuan (equivalenti a quasi 4000€) a tutti coloro che decideranno di seguirlo, seppur dopo due anni dalla data di trasferimento.

Soltanto chi non deve preoccuparsi della famiglia può permettersi di andare via senza pensieri. Infatti molti pensano che non ne valga la pena, anche se la somma del “premio” è molto alta. Forse Lei Jun ha osato un po’ troppo a chiedere un trasferimento ai suoi lavoratori: in una società dove il lavoro è al centro di tutto, quasi fino allo sfinimento fisico e mentale, una richiesta del genere potrebbe veramente sembrare un’esagerazione

Voi cosa ne pensate? E’ giustificabile la richiesta che Xiaomi sta facendo ai suoi dipendenti? E voi accettereste, considerando che 30.000 yuan sono veramente una bella somma in Cina?

Fonte

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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