Nothing Phone (1) è lo smartphone dell’azienda di Carl pei (ex OnePlus) che arriverà anche in Italia. Tuttavia, come abbiamo visto, il dispositivo debutterà nel mercato nostrano in esclusiva grazie ad un gestore. Dunque, il device sarà “brandizzato”. Ma detto questo, la start up ha oggi lanciato il suo primo NFT (non fungible token) che però non ha portato ai risultati sperati. Sono iniziate le critiche, e nemmeno poche. Vediamo perché.
Il primo (e speriamo unico) NFT di Nothing è online ma l’azienda di Carl Pei (ex OnePlus) è stata travolta da un mare di polemiche
La popolarità di NFT ha già iniziato a diminuire, ma il marchio Nothing ha comunque deciso di lanciarsi nel “treno pubblicitario”. La società ha rilasciato il proprio token non fungibile pubblicandolo sul proprio sito web. La reazione degli utenti non si è fatta attendere, ma si è rivelata tutt’altro che positiva. Si tratta di un breve video con un cubo rotante, su una delle facce di cui è raffigurato un punto nero. Nessun investitore della comunità può riceverlo in regalo da vendere o scambiare per l’accesso anticipato ai prodotti del marchio.
Per averlo, bisognerà acquistare un asset digitale sulla piattaforma OpenSea a partire da oggi. A giudicare dai commenti su Twitter dell’azienda, gli utenti non hanno reagito in modo troppo favorevole alla nuova iniziativa. Le critiche per la maggior parte si sono ridotte al fatto che l’NFT non ha nulla a che fare con il nuovo smartphone. Quindi, uno degli utenti ha affermato che una soluzione molto migliore per gli acquirenti sarebbe un alimentatore allegato allo smartphone. Un altro commentatore ha notato che il marchio avrebbe potuto semplicemente vendere un cubo souvenir fisico invece di una copia digitale.
Ma le critiche non si sono fermate qui in quanto, come sa chi sta dietro al mondo degli NFT, per crearli si emette una quantità di carbonio non indifferente. Purtroppo però, l’azienda Nothing di Carl Pei è stata lanciata come “azienda green” (come se un’azienda che produce accessori tecnologici potesse essere davvero green). Per evidenziare questa carenza, gli utenti hanno persino fatto riferimento a una pubblicazione sul consumo energetico annuale della blockchain Polygon.
