Lo abbiamo detto e ridetto in più articoli: il settore degli indossabili sta vivendo un momento di gloria. Ogni utente ne vuole uno, più o meno smart, che sia più adatto allo sport oppure un semplice notificatore, ormai al polso è quasi impossibile non avere un compagno tech che oltre a scandire il tempo ci permette di aumentare la nostra produttività in ambito quotidiano, lavorativo e sportivo.
Non c’è quindi da stupirsi se tante azienda hanno cominciato a dire la loro in questo settore e nel caaso della nostra amata Xiaomi, il primo passo è stata fatta con la gloriosa Mi Band, arrivata alla quarta generazione, ma dietro a tale meraviglia si celava e si cela tutt’ora Huami, azienda affiliata a Xiaomi che da poco tempo ha cominciato a muoversi nel mercato con le proprie gambe lanciando la serie AmazFit, ricca di varianti per tutte le tasche ed esigenze.
E neanche a dirlo apposta, in questo mercato come in tanti altri quello che conta oltre che alla qualità è la politica del prezzo, dove Huami ha fatto scuola da Xiaomi, posizionandosi tra i migliori brand in circolazione per rapporto qualità / prezzo, tanto da riuscire a crescere, nel 2019, in maniera importante.
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Huami da record: crescita a doppia cifra nel 2019 grazie ai suoi wearable
Il risultato da Huami nel 2019 è a dir poco strabiliante: parliamo di una crescita del 72,4% che si concretizza in 42,3 milioni di spedizioni di wearable in tutto il mondo. Volendo fare i conti in tasca ad Huami, scopriamo che l’azienda ha incassato così 2114 miliardi di yuan, ovvero circa 271 milioni di euro al cambio. Una crescita da pelle d’oca, più che meritata e che conferma la bontà del brand asiatico e dei suoi dispotivi, che ricordiamo essere presenti ufficialmente in Italia con il marchio AmazFit, di cui esiste anche uno shop ufficiale oltre che vendite tramite Amazon etc..
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Il quartro trimestre dell’anno appena passato ha segnato un’accelerazione maggiore per tutti i produttori di indossabili. Solo Huami ha totalizzato spedizioni per 14,7 milioni di unità, che sottolinea come la strategia di marketing, che ha portato la globalizzazione del marchio, ha dato i suoi frutti. Nel 2018 infatti le vendite erano state solo di 9,2 milioni di pezzi, ma la cosa bella è che il settore è ancora molto fertile e quindi i margini di crescita sono ancora notevoli.
