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Dalla crisi dei chip alla sovrapproduzione. Cosa sta succedendo?

Dallo scorso anno parliamo della crisi dei chip. Il settore dei microprocessori è entrato in crisi dal 2020 ma la situazione è esacerbata con l’arrivo della pandemia. Molti analist, nonché pezzi grossi di società tecnologiche, hanno affermato in questi anni che la crisi sarebbe finita tra il 2022 e il 2023. Ma è davvero così? Il passo successivo a una crisi è davvero la sua risoluzione? In un certo senso sì, ma la situazione è più complicata di quanto sembri. Vediamo perché.

Nel corso di due/tre anni siamo passati da una crisi dei chip alla loro sovrapproduzione. Fisiologico, certo…ma cosa succede davvero?

Alcuni mesi fa, i produttori di elettronica si lamentavano di una carenza di chip che si verifica dal 2020. Tuttavia, ora ci sono sempre più segnalazioni che il mercato attende un calo della domanda. Questa potrebbe, però, essere la recessione più grande dell’ultimo decennio. La mancanza di chip nel mercato si è manifestata più chiaramente con la pandemia di COVID-19. A causa dei gravi blocchi in Cina, alcune fabbriche si sono fermate: è lì che viene prodotta la parte più grande dei chip. Ma anche dopo la ripresa del lavoro delle imprese, le difficoltà non sono finite: hanno dovuto ricostruire da capo tutte le filiere.

chip

Leggi anche: Carenza globale dei chip: quali sono le cause e gli effetti? E quanto durerà?

Il passaggio al lavoro a distanza in tutto il mondo ha causato un rapido aumento delle vendite di apparecchiature, inclusi computer, laptop e smartphone. Per tutto questo servono ovviamente chip, spesso avanzati e costosi. Pensiamo alla produzione dei chip a 3nm da parte di Samsung e TSMC. 

La guerra commerciale tra Cina e America ha contribuito al deficit. Nel settembre 2020, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha imposto restrizioni alla cooperazione con la Chinese Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC). Ciò ha costretto i fornitori a passare ai prodotti TSMC e Samsung Semiconductor, che erano già carichi di ordini. Infine, il mercato dell’elettronica è stato colpito dalle intemperie: la grave siccità di Taiwan nel 2021 ha interrotto il processo di produzione dei semiconduttori, che richiede grandi quantità di acqua purificata. Ad esempio, TSMC da solo utilizza oltre 63 mila tonnellate di acqua al giorno.

La situazione odierna

Negli ultimi due trimestri, i produttori di elettronica hanno registrato un calo della domanda. Il mercato è saturo di smartphone e PC e, dopo la rimozione delle principali restrizioni in tutto il mondo, i lavoratori stanno tornando negli uffici. Inoltre, i consumatori stanno iniziando a risparmiare a fronte di un rallentamento dell’economia globale.

azioni chip
Il grafico a cura di Bloomberg mostra le azioni delle aziende di chip in calo

Alcuni marchi sono riusciti a creare scorte di chip impressionanti durante la pandemia. Ora stanno mettendo in attesa i nuovi ordini, spendendo il surplus, il che sta danneggiando finanziariamente i produttori. Nonostante ciò, i politici europei (e anche italiani) hanno appena iniziato a lanciare programmi a sostegno della produzione locale di semiconduttori. Cioè, il volume dei prodotti prodotti potrebbe presto persino crescere.

Gli attori del mercato internazionale stanno già reagendo alla situazione: il principale produttore americano Micron ha avvertito gli investitori di un calo dei ricavi attesi. Mentre l’Europa sta parlando già da qualche tempo circa la sua sovranità digitale nell’ambito dei chip e dei microchip, altri paesi del mondo si stanno muovendo nello stesso senso. In particolare Giappone e Stati Uniti hanno iniziato delle trattative per rendersi indipendenti dalla produzione di Taiwan e della Cina. Nello specifico parliamo di indipendenza dei microcircuiti a 2nm, i più avanzati al momento per la costruzione di automobili e altri dispositivi elettronici.

Cosa faranno i principali attori del mondo tech?

Micron e Intel hanno già annunciato che taglieranno i costi per la creazione di nuovi stabilimenti e l’acquisto di apparecchiature. Sicuramente i produttori sono rassicurati dal fatto che il settore è ciclico: vive regolarmente delle recessioni, che vengono rapidamente sostituite da periodi di crescita. Come notano gli analisti, la carenza di chip in tutto il settore, sebbene in calo, non è stata completamente eliminata. C’è ancora bisogno di tempo. Fondamentalmente, c’è una carenza di componenti di gestione dell’alimentazione e microcontrollori per apparecchiature industriali.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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