È ufficiale: l’assicurazione per monopattini e bici elettriche è ora obbligatoria in Italia. Questa novità arriva dopo l’approvazione di un decreto legislativo proposto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha portato a una riforma significativa delle assicurazioni. Si è a lungo discusso sullo stato della situazione in Italia: c’era chi diceva che l’assicurazione per monopattini e bici elettriche non dovesse esistere, chi il contrario. Vediamo i dettagli.
Le novità della riforma dell’assicurazione per monopattini e bici elettriche
La riforma, che rispecchia pienamente le direttive dell’Unione Europea, estende l’obbligo di polizza RC anche ai mezzi leggeri come i monopattini e le biciclette elettriche. Questa estensione è stata motivata dall’aumento significativo degli incidenti e delle vittime correlate a questi mezzi. Nonostante i numeri siano ancora relativamente piccoli (con 16 incidenti mortali che hanno coinvolto un guidatore di monopattino) l’aumento rispetto al 2021 è stato del 77,8%.
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La riforma introduce anche altre novità importanti. L’obbligo di copertura assicurativa viene esteso a tutti i veicoli, indipendentemente dal terreno su cui vengono utilizzati, dal fatto che siano fermi o in movimento e dalla loro circolazione in zone soggette a restrizioni. Questo significa che anche i mezzi che operano in aeroporto, come le navette che accompagnano i viaggiatori dal gate all’aereo, dovranno essere assicurati.
Inoltre, la riforma prevede un rafforzamento dello strumento di confronto tra polizze. Lo strumento “preventivatore” sul sito dell’IVASS e del ministero sarà potenziato, consentendo di confrontare con maggiore chiarezza i prezzi, le tariffe e le condizioni contrattuali delle imprese di assicurazione.
Infine, viene introdotta una novità riguardante la sospensione dell’assicurazione. La sospensione volontaria dell’assicurazione sarà sempre possibile e non sarà più una “concessione” dell’assicurazione. Le compagnie assicurative saranno quindi obbligate ad accettare la sospensione volontaria da parte dell’utente, anche più volte in un anno, a condizione che la sospensione volontaria non superi i 9 mesi nell’arco dell’anno.
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