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Telegram è davvero sicuro? Il CEO di Signal ha i suoi dubbi | Smentita

Telegram è da sempre stato pubblicizzato come il servizio di messaggistica istantanea più sicuro in circolazione. I protocolli di sicurezza e privacy del portale sono, secondo moltissimi e secondo l’azienda stessa, sono tra i migliori. Eppure sembra che il “concorrente” CEO di Signal abbia da ridire a riguardo. Per chi non lo conoscesse, Signal è un altro servizio di messaggistica istantanea, seppur differente da Telegram. Ma andiamo a vedere cosa ha da dire costui.

AGGIORNAMENTO: L’AZIENDA STESSA CI HA CONTATTATI SMENTENDO IL TUTTO

Ma Telegram è davvero sicuro come WhatsApp e company? Secondo il CEO di Signal non sarebbe così facile la faccenda. Ecco il perché

La reputazione di Telegram nell’offrire un ulteriore livello di sicurezza informatica è esagerata secondo Moxie Marlinspike, fondatore della piattaforma di messaggistica Signal. Lui afferma che i messaggi inviati tramite il servizio sono archiviati sui server proprietari nella loro forma originale o in testo semplice, senza alcuna crittografia per proteggere i dati personali degli utenti.

Ha continuato dicendo che anche Facebook Messenger e WhatsApp offrono più privacy di Telegram in questo senso. Entrambe queste app, lanciate dall’ormai ribattezzato Meta, offrono almeno la crittografia end-to-end per tutti i messaggi di testo inviati tramite le loro piattaforme.

telegram

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Telegram archivia tutti i dati che sono stati inviati tramite l’app nel suo cloud in un formato completamente aperto: testi, dati multimediali generali, contatti: tutto questo è accessibile alle parti interessate. Anche Messenger offre un protocollo di crittografia end-to-end standard minimo per i dati archiviati sui suoi server, secondo Marlinspike. Tuttavia, chiunque abbia accesso ai servizi di Telegram ha accesso diretto all’intero database di dati utente non protetti.

Come scrive Winfuture, Telegram è essenzialmente una finestra aperta sui server, che memorizza tutta la cronologia che sia mai stata sulla piattaforma, rendendo tutto visibile a un utente privato come è visibile agli operatori di server sulla piattaforma, senza richiedere uno sforzo aggiuntivo per accesso. Tuttavia, di prove non ce ne sono.

Non resta che attendere il commento ufficiale di Pavel Durov, fondatore del servizio.

AGGIORNAMENTO

Ci aspettavamo una risposta dall’azienda e non ha tardato ad arrivare. Il colosso della messaggistica, come diciamo tutto sommato anche noi nell’introduzione citando come fonte il sito ufficiale, ha smentito le “accuse” che il CEO di Signal ha lanciato. Maggiori informazioni possono essere trovate tra le FAQ del sito ufficiale.

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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