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Scoop: OpenAI esplora la produzione dei suoi chip AI

OpenAI, la società dietro ChatGPT, sta sondando la possibilità di realizzare propri chip dedicati all’intelligenza artificiale. Un’impresa rivelata a Reuters da fonti vicine ai piani aziendali e che ha già valutato anche potenziali acquisizioni come soluzione alle sue esigenze. I motivi dietro questa scelta (qualora venga confermata) sono di diversa natura. Ecco spiegate le mosse del colosso ormai sulla bocca di tutti.

Perché OpenAI pensa ai suoi chip AI

Il bisogno di OpenAI di sondare nuove strade è nato da una crisi: la carenza di chip AI costosi e fondamentali per le tecnologie sviluppate dall’azienda. Da almeno l’anno scorso, il colosso di Sam Altman ha discusso varie opzioni per risolvere questo problema, compresa la costruzione dei propri chip AI e la collaborazione con altri produttori di chip, come Nvidia, oltre a diversificare i suoi fornitori oltre la stessa Nvidia.

C’è però da dire che Nvidia ha incassato miliardi negli ultimi 3 anni proprio grazie al mercato delle CPU per alimentare i modelli di linguaggio. Questo, tra l’altro, ha portato l’azienda ad essere in qualche modo accusata di monopolio del mercato per i chip interessati.

A tal proposito, il CEO Sam Altman ha dichiarato l’acquisizione di più chip AI una delle principali priorità per OpenAI, avendo pubblicamente lamentato la scarsità di unità di elaborazione grafica (GPU), un mercato dominato da Nvidia, che controlla oltre l’80% del mercato globale per i chip più idonei ad eseguire applicazioni IA.

In sostanza Altman ha evidenziato due gravi preoccupazioni: la carenza di processori avanzati per alimentare il software di OpenAI e i costi “sbalorditivi” associati all’esecuzione dell’hardware necessario per alimentare i suoi sforzi e prodotti.

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L’impresa di OpenAI di costruire i chip è esosa

Creare un chip su misura non è un compito da poco. Richiederebbe un’importante iniziativa strategica e un investimento sostanziale che potrebbe ammontare a centinaia di milioni di dollari all’anno in costi, secondo gli esperti del settore.

E anche se OpenAI decidesse di impegnare risorse per il compito, il successo non sarebbe garantito. L’acquisizione di un’azienda di chip potrebbe accelerare il processo di costruzione del proprio chip di OpenAI, come è accaduto per Amazon.com e la sua acquisizione di Annapurna Labs nel 2015. Va inoltre sottolineato che alcune grandi aziende tecnologiche hanno costruito i propri processori per anni con risultati limitati. Lo sforzo di Meta per un chip personalizzato è stato costellato di problemi, costringendo l’azienda a scartare alcuni dei suoi chip IA.

Al momento, non è ancora chiaro se l’azienda proseguirà con il piano di costruire un chip personalizzato. La realizzazione di un tale progetto – compresa un’eventuale acquisizione – richiederà probabilmente diversi anni, rendendo l’azienda dipendente da fornitori commerciali come Nvidia e Advanced Micro Devices nel frattempo.

Il legame con Microsoft può aiutare

La domanda di chip AI specializzati è schizzata alle stelle dall’anno scorso con il lancio di ChatGPT. Chip specifici, o acceleratori IA, sono necessari per addestrare ed eseguire l’ultima tecnologia IA generativa. Nvidia è uno dei pochi produttori di chip che produce chip IA utili e domina il mercato.

E’ da considerare anche il fatto che Microsoft, uno dei principali sostenitori di Openai, sta sviluppando un chip AI personalizzato che OpenAI sta testando, come riportato da The Information. I piani potrebbero indicare un ulteriore allontanamento tra le due società.

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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