Finalmente, la risposta alla domanda che tutti gli appassionati di tecnologia in Italia si stavano facendo è arrivata: “Quando sarà disponibile ChatGPT per Android?” Dopo il suo debutto su iOS, gli utenti Android hanno atteso con impazienza l’arrivo del famoso chatbot. Nonostante la presenza di numerose app non ufficiali, OpenAI non aveva ancora rilasciato una versione ufficiale del suo modello AI per Android. Ma oggi, abbiamo una notizia entusiasmante: ChatGPT per Android è arrivato ufficialmente in Italia.
ChatGPT per Android ufficiale in Italia. Pronto per il download su Play Store: ecco come scaricarlo e come si presenta
Fino a poco tempo fa, ChatGPT per Android era solo un sogno. Gli utenti Android, per utilizzare ChatGPT, erano costretti a creare una scorciatoia sul desktop del loro dispositivo e accedere al chatbot tramite il browser. Oppure bisognava usare una VPN e connettersi “da un altro paese”. Solo gli utenti Apple, con un iPhone, potevano usufruire dell’applicazione ufficiale rilasciata da OpenAI. Ma le cose sono cambiate: OpenAI ha lanciato ufficialmente ChatGPT per Android in Italia. O meglio, lo ha reso disponibile da noi così come in altri paesi.,
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L’app, già disponibile su Android e scaricabile dal Play Store, ha una struttura simile a quella dell’app iOS. Gli utenti premium hanno accesso a una versione più avanzata del modello linguistico, chiamato GPT-4, che offre prestazioni più potenti e tempi di risposta più rapidi. Gli utenti gratuiti possono utilizzare Whisper, il software di riconoscimento vocale di OpenAI, e sincronizzare l’app su più dispositivi. In sostanza, l’applicazione offre le stesse funzionalità che erano disponibili in precedenza, ma ora è disponibile come app nativa.
Questa mossa arriva in un momento in cui Google sta cercando di ampliare la propria presenza nell’intelligenza artificiale con nuovi progetti come Duet AI e l’integrazione dell’IA generativa nella Ricerca Google. Anche se queste funzionalità non sono esattamente un chatbot, l’intelligenza artificiale nella ricerca dovrebbe teoricamente fornire informazioni affidabili, a condizione che il modello linguistico sia in grado di distinguere tra fatti e finzione.
