Sulla piattaforma Xiaomi di crowdfunding si trovano ormai centinai di prodotti sia per la propria persona (gadget e abbigliamento) sia per la casa, come i vari aspirapolvere, purificatori e così via. Dove però Xiaomi sembra aver concentrato le proprie risorse appare essere la sicurezza delle abitazioni, o per meglio dire, le serrature che oltre che rendere smart le nostre porte, ci semplificano anche la vita.
La Xiaomi U M2 è infatti la quarta serratura smart ad essere presentata come progetto di crowdfunding, dopo la Aqara Smart S2, la Jushu Smart Lock e la Look Smart Q2. Quest’ultima però ha un design decisamente diverso e molto più interessante rispetto alle altre. La comune maniglia orizzontale con perno è stata sostituita da un meccanismo push/pull, cioè bisogna spingerla o tirarla, rendendo l’operazione più facile sopratutto se si hanno le mani occupate.
Xiaomi U M2: La serratura smart con meccanismo push/pull
Ovviamente, questo meccanismo davvero particolare è coadiuvato da un sensore di impronte digitali, che permetterà solamente agli utenti registrati di poter sbloccare la serratura con tale facilità. I malcapitati trasgressori invece, dovranno avere a che fare con un sistema di bloccaggio di classe C e 3 cilindri creato con materiali di alta qualità, tra cui alcune parti prodotte anche in Italia, per una serratura che non può essere sbloccata o danneggiata da urti e tentativi di scassinamento.
Tornando al lettore di impronte digitali, questo è uno dei più veloci sul mercato, riuscendo a leggere un impronta in meno di 0,3 secondi e a 360 gradi. Il sensore è poi assistito da un algoritmo che gli permettere di riconoscere l’impronta sempre più velocemente con l’andare del tempo.
La Xiaomi U M2 è compatibile con la app Mijia, quella che già controlla una serie di accessori per la casa Xiaomi, e grazie ad essa sarà possibile sbloccare la serratura, oltre che inviare delle chiavi criptate ai propri amici per permettere l’accesso dentro casa in remoto. Infine, non manca un tastierino numerico per chi è “all’antica” e preferisce inserire un PIN invece che far riconoscere l’impronta digitale.
