Redmi sarà la nuova Xiaomi. Utilizziamo un verbo al futuro ma in realtà è così da tempo. Sin dal momento della divisione (che ci piaccia o meno, si tratta di due brand separati seppur sotto lo stesso tetto) abbiamo detto a più riprese che il colosso di Lei Jun si sarebbe mosso in in una direzione differente rispetto a Redmi, ma soprattutto differente rispetto a prima. Da quando l’azienda è approdata in Europa meno di dieci anni fa, il suo obbiettivo è stato quello di farsi conoscere da più utenti possibile e per farlo ha dovuto proporre dispositivi a basso costo. Ma è inevitabile che la situazione cambierà e ce lo conferma Counterpoint.
“Xiaomi non è più quella di una volta“, “Dove sono i dispositivi a basso costo?“: non possiamo più volere questo dall’azienda e dobbiamo accettarlo
Quotidianamente leggiamo sui nostri canali di utenti che (giustamente) si lamentano per l’aumento dei prezzi degli smartphone Xiaomi. Se l’aumento dei prezzi però lo vediamo solamente con gli occhi rivolti verso il passato, il ragionamento è giusto: gli smartphone costano di più rispetto a prima e l’azienda ha cambiato filosofia. Ma questo non è un segreto se ci pensiamo bene. Fino a qualche anno fa Xiaomi e Redmi erano due parti di uno stesso corpo. Da quando invece si sono divise, allora dovevamo aspettarci che la situazione sarebbe cambiata.
A confermare questa cosa è anche Counterpoint che, attraverso una ricerca dello scorso anno, non fa che avallare l’ipotesi che abbiamo paura ad accettare: il brand non produrrà più smartphone a basso costo. Questo però non significa precisamente questo. Infatti, proprio in virtù del fatto che la società può contare su sub-brand come POCO e Redmi, la possibilità di acquistare dispositivi con un prezzo più basso l’avremo sempre.
Se vogliamo uno Xiaomi a basso costo, dobbiamo acquistare un Redmi o un POCO
Questa è l’antifona, per farla breve. I dispositivi Mi non sono più mirati a conquistare utenti in cerca di uno smartphone con capacità eccellenti e prezzi stracciati. Quelli ormai sono i Redmi e i POCOPHONE. La situazione è questa: il brand si propone di produrre dispositivi di fascia alta; Redmi quelli di fascia medio-bassa e POCO quelli di fascia media. Questo almeno è quanto è emerso dallo studio fatto dalla società di analisi.
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Per quanto ci riguarda potremmo dire che i ruoli e le posizioni di Redmi e POCO potrebbero essere invertite, ma tutto sommato i prezzi parlano da sé. In questa sede poi non prendiamo in considerazione i dispositivi con Android Go in quanto sono pochi e poco richiesti nel nostro mercato. Ma tornando a bomba possiamo vedere come i Mi si attestino ormai su una fascia di prezzo over 600$.
Un prezzo giustificato se consideriamo la dotazione hardware e la cura che non troviamo sui dispositivi Redmi e POCO. In sostanza l’obbiettivo dell’azienda è quello di far pensare gli utenti, fra qualche anno, che Xiaomi non è quel brand che offre smartphone a 500 € ma quello che, come Apple e Samsung, può contare su una fascia alta dai 600 ai 1000 € (che per inciso non sono mai stati raggiunti).
Ma ne vale davvero la pena?
Ora però dobbiamo toccare un altro tasto, ahimé dolente. 1000 € non li raggiungiamo, ma vale la pena spenderne 700 €? Questa è una domanda che non ha una risposta valida per tutti. Sappiamo dai feedback che tanti non torneranno mai più ad un altro brand dopo aver provato Xiaomi; dall’altra parte però ci sono quelli che non digeriscono più una MIUI che continua ad essere acerba ed incompleta (nella sua completezza, chiaramente).
Quello che consigliamo è di aspettare l’uscita della MIUI 12.5 anche per noi per dare una risposta a questa domanda. L’azienda sembra aver promesso miracoli ed è più che giusto vedere le novità prima di tirare le somme.
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