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Xiaomi spende troppo in pubblicità? Ecco come incide sul prezzo finale degli smartphone

Sono decisamente lontani i tempi in cui Xiaomi si fece strada nel mercato degli smartphone con il semplice passa parola positivo dei propri utenti, dovuto dall’ottimo rapporto qualità / prezzo dei propri dispositivi. Eppure questa strategia vincente, che permetteva quindi di contenere anche i costi finali, è cambiata.

Siamo arrivati ad un punto in cui il brand capitanato da Lei Jun è il secondo nella vendita dei dispositivi cellulati a livello mondiale, superando perfino Apple, ma il successo non è dovuto solo a qualità e prezzi contenuti rispetto la concorrenza diretta, ma anche a tante operazioni di marketing. Insomma, Xiaomi spende soldi in pubblicità, ma quanto incide sul prodotto finale destinato all’utente?

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Xiaomi spende troppo in pubblicità? Ecco come incide sul prezzo finale degli smartphone

Come già detto ad inizio articolo, Xiaomi nei suoi primi anni ha speso davvero poco se non nulla in campagne pubblicitarie, investendo unicamente in eventi di lancio dei propri prodotti. Una piccola impresa potremmo definirla, quella di Xiaomi agli esordi che ha basato la sua filosofia di vendita su 4 punti cardine:

  • Vendita quasi esclusivamente online: ciò ha contribuito a ridurre i costi di distribuzione e le spese negli esercizi commerciali;
  • Smartphone con un ottimo rapporto qualità / prezzo: sono stati offerti dispositivi con specifiche hardware e performance uguali e spesso migliori della concorrenza ma ad un prezzo decisamente più onesto ed accessibile;
  • Pubblicità del passaparola: gli utenti sono l’unica pubblicità a cui si è poggiata l’azienda. Il giudizio positivo degli utenti con amici e parenti ha generato fiducia nel marchio (d’altronde se a promuovermi un prodotto è un amico o un parente non penso di prendere la fregatura). Questo è il tipo di pubblicità più economico e affidabile di tutti, anche se non così immediato;
  • Pubblicità sui social: senza pagare per annunci o cose del genere, i social hanno contribuito al diffondersi del marchio, che ha riscosso sempre più numerosi consensi da parte degli utenti che si iscrivevano ai vari profili.

Con questa strategia, Xiaomi è riuscita a crescere rapidamente in popolarità e ha iniziato a posizionarsi tra le altre grandi aziende del settore. Tuttavia, l’essere diventato popolare come marchio, ha portato necessariamente ad un cambio di strategia, con conseguente influenza sui prezzi finali.

La globalità del marchio ha fatto che la pubblicità che una volta era praticamente sostenuta solo dall’utenza, diventasse sempre più mirata a stupire, proponendo campagne di marketing a dir poco “folli”, come quella che vediamo qui sopra nel video promo di Mi 10 Pro. E’ vero, i risultati di successo per l’azienda ci sono e come, ma la quantità di denaro che l’azienda sta investendo in pubblicità è in aumento e da qualche parte questi soldi devono rientrare.

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Potremmo prendere come punto di non ritorno l’anno 2019, quando Xiaomi presentò il Mi 9, device a dir poco incredibile per specifiche e qualità. Per promuoverlo, Xiaomi lanciò un video incentrato sul mercato europeo che mostrava tutti i vantaggi di questo smartphone, ma soprattutto ha interpellato giganti della distribuzione come Amazon e MediaMarkt. Il risultato fu un tutto esaurito in pochissimo tempo, si parla di minuti, ma l’azienda cinese si rese conto che tale successo non poteva essere sostenuto senza un guadagno effettivo.

Una policy che seguono molte aziende quando vogliono farsi conoscere e con quella mossa di marketing Xiaomi si fece ancor più notare nel mondo. Ma con l’anno 2020 ed il debutto di Xiaomi Mi 10 Pro, le spese a livello di pubblicità furono ancor più elevate, proprio in considerazione del video di cui sopra, in cui un esemplare di Mi 10 Pro fu lanciato nello spazio per dimostrare il potenziale della fotocamera da 108 MP.

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E le stravaganza pubblicitarie sono susseguite fino ad oggi, dove stupire per dimostrare è diventato il pane quotidiano per spot e pubblicitari del settore. Ma veniamo al sodo, ovvero, questo cambiamento ha influito sulle vendite?

Sì, anche se Xiaomi offre comunque dispositivi ad un prezzo molto buono, ma questo avviene principalmente con i brand secondari come Redmi e POCO, perchè da qualche tempo a questa parte i prezzi rivoluzionari di smartphone brandizzati Xiaomi sono solo un ricordo del passato ed il perchè è legato non solo alla pubblicità di cui vi abbiamo parlato ma anche perchè ormai non si vende più solo online, anzi Xiaomi detiene un numero sempre più considerevole di negozi fisici ufficiali in tutto il mondo, con prezzi che spesso sono fin troppo spinti rispetto le offerte online. Ricordiamo a tal proposito le polemiche per i prezzi di lancio della serie Mi 10 e l’ultima Mi 11, un tempo criticati dagli stessi dirigenti dell’azienda nei confronti dei competitor.

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Ma proprio il posizionamento di brand come Redmi e POCO ha diviso l’azienda, che pertanto non può cannibalizzarsi da sola. Naturalmente dietro l’aumento dei prezzi degli smartphone Xiaomi potrebbero celarsi altre ragioni e costi a noi sconosciuti, come l’aumento dei prezzi delle materie prime, ad esempio la crisi globale dei chip o forse per l’azienda è arrivato il momento di posizionarsi nel suo target effettivo d’appartenenza come è successo per OnePlus, nata come azienda che proponeva smartphone eccellenti a basso costo mentre ora il costo è decisamente proibitivo. Noi speriamo in un cambio di rotta, anche perchè ad essere onesti fino in fondo, Xiaomi ha dimostrato di saperci fare davvero proprio nel segmento mid-range ed entry level.

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Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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