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Xiaomi risarcisce utente per uno “smartphone scadente”

26 Ottobre 2020

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Ci prendiamo una pausa dalle notizie che riguardano MIUI, leaks e uscite imminenti. Parliamo oggi di un’evento che è accaduto in India e che vede come protagonista la nostra azienda, o meglio il customer care post vendita. Cosa è successo? In poche parole un utente ha acquistato tempo addietro uno smartphone Xiaomi che ha avuto qualche problema; dopo aver passato diverse peripezie lo stesso utente indiano ha deciso di rivolgersi alle autorità competenti per “denunciare” l’incompetenza del centro assistenza le quali, subito dopo, hanno decretato un risarcimento di 10.000 rupie indiane. Vediamo i dettagli.

Xiaomi non è all’altezza delle aspettative: uno “smartphone scadente” è costato caro all’azienda per colpa di un customer care poco adeguato

La vicenda ha luogo in India, precisamente a Mumbai, Maharashtra. La Bandra Consumer Redressal Commission, una sorta di garante per le controversie, ha caldamente invitato il colosso della telefonia cinese a risarcire un utente dopo che questo si è rivolto al centro assistenza per la riparazione del suo smartphone. Il dispositivo in questione è un Redmi 2 Prime, smartphone di una certa età: infatti la vicenda si è consumata per 5 lunghi anni visto che l’uscita del device risale al 2015. Una volta acquistato lo smartphone per 6.999 rupie, l’utente ha notato problemi di surriscaldamento e ha prontamente portato il Redmi in assistenza.

Inizialmente l’assistenza aveva promesso una riparazione entro due giorni, prolungati poi a cinque e infine a sette. Una settimana si è trasformata in due mesi e mezzo e ovviamente l’utente ha deciso di rivolgersi al garante per le controversie di cui sopra per un risarcimento. Il tribunale ha deciso non solo che l’azienda avrebbe dovuto ripagare le 6.999 rupie dell’acquisto dello smartphone, ma anche ulteriori 10.000 rupie come risarcimento. Alla fine della fiera si è scoperto che il Redmi 2 Prime era uno “smartphone scadente” e difettoso sin dall’uscita dalla fabbrica ma comunque la commissione ha affermato che Xiaomi e il suo centro servizi “hanno deliberatamente fallito” e “trascurato” di apparire in tribunale.