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Xiaomi quando arriverà in America?

Ad oggi, come sappiamo, i dispositivi mobili Xiaomi non hanno avuto modo di esistere nel mercato statunitense e allo stato attuale, i prodotti di questo brand venduti nel Nuovo Mondo solo perlopiù oggetti elettronici di vario genere legati principalmente al settore casa; lo smartphone come prodotto principale non è stato in grado di entrare prepotentemente nel mercato americano come ha fatto con altri mercati (vedi quello europeo e inglese) e non si è affermato quindi tra i primi marchi produttori in quel territorio. Obbiettivamente in America la domanda di smartphone a basso costo non è così alta, e anche tra i consumatori che cercano prezzi vantaggiosi, Xiaomi non ha alcun riconoscimento data la fortissima concorrenza da parte di aziende come Huawei.

In controtendenza però, secondo il rapporto dell’agenzia statistica Canalys, i ricavi da spedizioni di smartphone in paesi come l’India sono aumentati vertiginosamente e il brand ha dominato per tre trimestri consecutivi lasciando Samsung ad inseguirla e gli altri marchi ancora dietro con uno scarto non indifferente.

Xiaomi quando e come arriverà in America?

Già luglio di quest’anno, Wang Xiang, vice presidente di Xiaomi e secondo a Lei Jun ha lasciato intendere che i dispositivi mobili potrebbero entrare nel mercato statunitense nel 2019. Da allora sono state fatte molte domande e speculazioni su quando, per la precisione Xiaomi avrebbe potuto aprire completamente al mercato statunitense e lasciare che i dispositivi mobili spopolassero anche lì. Vero è, come vi abbiamo detto in precedenza, che il mercato americano è assai più difficile: gli strettissimi controlli qualitativi (vedi SAR) e il monopolio di altre aziende ben più radicate di Xiaomi, rendono molto difficile ad un altro colosso di entrare nel proprio mercato e rischiare che esso “rubi” una bella fetta di mercato.

Nel rapporto del terzo trimestre sugli utili dell’azienda Shou Zi Chew, il CFO di Xiaomi (“Chief Financial Officier”, ovvero colui che gestisce la strategia finanziaria dell’azienda) ha detto ai media:

“Il mercato statunitense è un mercato molto importante e manterrà sempre uno stato di preoccupazione per le grandi aziende (che vogliono investire lì) ma anche un clima attivo (parla chiaramente dell’attività esagerata di produzione non solo fisica ma anche di idee nuove)”. 

In controtendenza alle vendite interne di Xiaomi (quindi solo in Cina), che sappiamo esser diminuite  di un buon 18% annuo, ci sono dati confortanti per quanto riguarda l’estero: oltre il 100% in più di esportazione rispetto agli anni precedenti. Questo va un po’ in contrasto con quello che Xiaomi dice di essere, ovvero un’azienda che sviluppa e “vive” di tecnologia, quando sappiamo che il 70% del fatturato proviene dalla parte smartphone piuttosto che dalla parte IoT, ma d’altra parte potrebbe essere un campanello d’allarme bello forte per le multinazionali che controllano il mercato americano, ma nonostante tutto Shou Zi Chew dice:

“Non dobbiamo perseguire ciecamente la crescita delle spedizioni, dobbiamo perseguire la crescita di qualità e dobbiamo aderire al nostro modello efficiente e fare del nostro meglio per restituire i soldi ai consumatori (sottoforma di prodotti si intende).”

In soldoni quello che cerchiamo di dire è: da una parte i numeri parlano chiaro, con incassi esteri da smartphone oltre ogni immaginazione, ma dall’altra il mercato di smartphone in America potrebbe non attecchire affatto perché quella fetta di mercato non richiede tanto uno smartphone a basso costo quanto un accessorio elettronico “di contorno”.

Secondo voi il mercato americano potrebbe risultare un flop per Xiaomi? Scrivetecelo nei commenti!

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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