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Philips richiede il ban assoluto di Xiaomi: cosa succede?

Siamo in India, come al solito quando accadono storie di questo tipo. Anche stavolta si parla di un’azienda che si muove legalmente nei confronti di Xiaomi, nello specifico la ben conosciuta Philips. Il gigante olandese avrebbe intentato una grossa causa nei confronti dell’azienda cinese di Lei Jun per dei motivi ancora poco chiari. Quello che richiede è davvero assurdo: il colosso orientale si deve allontanare con la vendita, pubblicità e produzione dall’India. La vicenda si sta consumando in queste ore e siamo in attesa di ulteriori novità nel mentre cerchiamo di capire cosa succede.

Philips intenta una causa legale presso presso l’Alta Corte di Delhi nei confronti di Xiaomi: il motivo sarebbe una violazione di brevetto. Ma è davvero così?

Sappiamo tutti che Xiaomi è ormai diventato il primo brand in per volume di vendite in India. Sarà forse questo che da tanto fastidio a molte aziende indiane? Il fatto che si tenti sempre più spesso di buttare del fango (vero o non vero) su un’azienda così grande può essere dato dal fatto che sta pian piano creando un monopolio del mercato. Ma tutto sommato è così che va il mondo: se un’azienda funziona bene farà strada. Ma non addentriamoci in discorsi di questo tipo e andiamo a vedere cosa è successo tra Philips e la società di Lei Jun.

xiaomi ban philips

In questo caso giudiziario, Philips denuncia la violazione di un brevetto da parte di Xiaomi e vuole non solo vietare le vendite, ma anche la produzione, l’assemblaggio, l’importazione e la pubblicità dei suoi prodotti nel paese. Sebbene i dettagli della violazione non siano ancora chiari, l’ordinanza del tribunale include il divieto di vendita di smartphone non solo attraverso il marchio, ma anche attraverso i suoi funzionari, affiliati e agenti. Ma perché parliamo di ban? Ecco cosa ha scritto l’azienda olandese:

“…venga concesso un provvedimento ingiuntivo ad interim che imponga al Consiglio centrale  delle dogane di impartire adeguate istruzioni alle autorità doganali in ogni porto, compresi gli aeroporti in India, per non consentire l’importazione di telefoni cellulari…”

Questo significa un aumento delle spese per il brand cinese. Questa storia ha dell’incredibile in quanto sin dal 2016 i due marchi sono entrati in partnership per la produzione di prodotti di illuminazione domestica intelligente in Cina. Certo, le aziende cinesi e olandesi (riferite a Philips) sono diverse, ma questo non toglie che un organismo centrale debba decidere sulle mosse di ogni filiale. In ogni caso è poco chiaro cosa sta succedendo. Dai pochi dati in nostro possesso si capisce solamente che c’entra qualcosa l’ambito della telecomunicazione HSPA, HSPA + e LTE che violerebbero i brevetti di Philips.

Via | 91mobiles

Fonte | Delhi High Court

Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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