Quando acquistiamo uno smartphone, spesso facciamo l’errore di valutare alto il suo prezzo per diversi motivi. E’ molto comune l’idea di considerare alto o basso il costo di un dispositivo solamente accostandolo al nome di un brand. L’esempio più calzante in questo caso è: Xiaomi fa smartphones che costano poco. Ma dietro c’è molto, molto di più Infatti, quando un OEM acquista parti di un modello da enti esterni, i prezzi aumentano esponenzialmente. Per questo motivo il nostro brand ha deciso di puntare verso l’autoproduzione, in partnership cin BYD. Vediamo i dettagli.
Se Xiaomi autoproducesse materiali per i propri smartphone, allora il costo finale potrebbe diminuire: è questo l’obbiettivo in effetti
Secondo un report di Sohu, Xiaomi avrebbe inizialmente aperto una trattativa, poi conclusasi nel migliore dei modi, con BYD. Questa azienda è un colosso che da sempre si occupa del settore automobilistico. Con sede a Shenzhen è in realtà il produttore cinese di maggior rilievo nel suo settore. E cosa c’entra con il brand di Lei Jun? E’ stato comunicato che i due brand hanno unito le forze per costruire un laboratorio comune di oltre 1000 metri quadrati da adibire alla produzione di nuovi materiali. Sebbene il laboratorio sia istituito congiuntamente da entrambe le parti, quasi tutto il personale è di BYD.
Rispetto ad altri produttori di smartphone nazionali, quelli di Xiaomi utilizzano soluzioni OEM sin dall’inizio: questo significa che il colosso cinese acquista da terzi i materiali necessari come vetri e placche varie. Sebbene Xiaomi abbia stabilito alcune delle proprie fabbriche negli ultimi anni, la maggior parte della sua capacità di produzione deve essere commissionata da terze parti. Questo porta non solo ad una cattiva gestione in termini di costi, ma anche del controllo qualità.
La storia però potrebbe cambiare in futuro in quanto, sebbene la maggior parte dei lavoratori del laboratorio congiunto sia di BYD, al colosso cinese della telefonia tocca un ruolo importante ovvero quello di controllo. Nella foto vediamo Zeng Xuezhong, Vice Presidente del gruppo Xiaomi e Presidente del Dipartimento di Telefonia Mobile, e Wang Nianqiang, CEO di BYD Electronics mentre partecipano alla cerimonia di inaugurazione.
Esigenza di sviluppo autonoma: così sarebbe giustificata la scelta. In effetti una maggiore autonomia potrebbe portare miglioramenti non indifferenti ai dispositivi, con un conseguente abbassamento dei costi. Secondo quanto rivelato, il laboratorio avrebbe il compito di studiare materiali quali plastica, vetro, ceramica e scocche di metallo.