Proprio ieri vi abbiamo parlato del numero di brevetti posseduti da Xiaomi e dall’importanza che ricoprono per una società a livello di espansione sul mercato. E proprio su questa filosofia Xiaomi India, capitanata da Manu Jain (amminisitratore e vicepresidente), investirà circa 70 miliardi di rupie (circa 872000 euro) in 100 startup indiane per i prossimi cinque, il tutto per rafforzare il proprio ecosistema hardware e software.
XIAOMI INDIA MIRA A PRODURRE TUTTO SUL PROPRIO TERRITORIO
Manu Jain, dichiara che fino al 2017 l’investimento netto di Xiaomi in aziende startup indiane è stato di 3000 crore (numero indiano pari a 10 milioni) di rupie, ma i crescenti guadagni ed i continui successi che l’azienda sta riscuotendo permettono ora di raddoppiare quel valore ed investire in tecnologia hardware e software. Naturalmente il maggior investimento in ricerca e sviluppo riguarderà il mondo smartphone ma non mancheranno anche gadget e nuovi prodotti IoT.
La volontà è quella di arrivare a produrre prodotti che Xiaomi vende in Cina ma che spesso non sono disponibili in India, nemmeno nei negozi fisici Mi Store, come ad esempio lo scooter elettrico, o la bici smart, depuratore d’acqua, notebook e molto altro. La società investirà molto anche nell’analisi di mercato, sfruttando il feedback che gli utenti restituiranno a seguito di interviste mirate atte a comprendere il livello di richiesta per determinati prodotti piuttosto che altri.
Insomma a detta di Manu Jain, l’obiettivo per Xiaomi India è quella di costruire prodotti smart, renderli accessibili alla massa e permettere il dialogo tra smartphone e prodotto in ogni situazione. L’India è un mercato molto importante per la società cinese che sta conquistando la posizione di leader nel settore smartphone e di recente anche relativa al settore TV con una crescita di oltre il 30% rispetto l’anno precedente. Xiaomi in India mira sempre più a produrre tutto sul territorio come ci ha dimostrato recentemente con il Redmi Note 5 Pro, ma ricordiamo che il successo nel tempo è arrivato anche grazie a società in cui l’azienda cinese ha investito, come ad esempio Huami che per Xiaomi ha realizzato la gloriosa Mi Band 2.