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Xiaomi “derubata” di 676 milioni di dollari da parte del governo indiano

Se con il termine BAN viene subito in mente la disavventura che tutt’ora sta vivendo Huawei col governo americano, in realtà anche il governo indiano ha dato molto di cui parlare nel 2022 a causa dei rapporti con le grandi aziende tecnologiche. Per fare alcuni esempio, a luglio hanno rimosso PUBG Mobile dagli app store e ad agosto hanno provveduto a bandire VLC Media Player. Ma quello che più ha catturato l’attenzione di tutti è che, a inizio maggio, hanno sequestrato a Xiaomi 676 milioni di dollari per pagamenti illegali .

Una vicenda molto spiacevole e che rischia di portare a conseguenze molto più disastrose per l’intera India. Ad ogni modo l’accusa contro Xiaomi non decade ed infatti un tribunale indiano ha rifiutato di revocare il congelamento dei beni di Xiaomi Corp per un valore di 676 milioni di dollari, su richiesta di Udaya Holla, l’avvocato di Xiaomi. La ragione? Vogliono prima che presentino garanzie bancarie per i 676 milioni di dollari di beni congelati.

Xiaomi ancora non recupera i suoi asset in India e prevede già di stabilirsi in Pakistan

Le garanzie bancarie che il governo indiano ha chiesto a Xiaomi di presentare per recuperare i suoi beni congelati richiedono il deposito dell’intero importo, il che renderebbe difficile per l’azienda operare, pagare gli stipendi e acquistare scorte prima della festa indù di Diwali.

Un vero caso di prepotenza giudiziaria che vedrà ulteriore pronuncia il 14 ottobre. Xiaomi ha affermato che continueranno a utilizzare tutti i mezzi legali in loro possesso per proteggere la propria reputazione e i propri interessi.

E’ chiaro però che un vaso rotto non tornerà mai nuovo e quindi si vocifera che Xiaomi, nell’ottica di espansione delle proprie fabbriche, comincerà la produzione in Pakistan spostando quindi parte dei loro macchinari alloggiati in India, rendendo quindi il futuro produttivo in questo paese, incerto e di sicuro finché i suoi asset rimarranno congelati.

Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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