Rimane quindi chiaro che anche Xiaomi nello scenario politico-tecnologico del ban americano, a livello hardware, sopravviva alle sanzioni statunitensi, ma il software rimane uno delle questioni principali della questione: infatti abbiamo visto come siano fondamentali i servizi Google a livello globale, una comodità a cui moltissimi utenti non sono disposti a rinunciare. Xiaomi sarà in grado di offrire un sostituto decente per Google Play e i servizi Google in generale? È improbabile che sia semplice, ma le autorità statunitensi  stanno costringendo le varie aziende tech cinesi a creare un’alternativa ad Android, che in futuro diventerà un vero concorrente nel mercato dei sistemi operativi.

D’altronde non è così già con Apple? Quindi tutto si basa sulle abitudini. Sarebbe interessante un esperimento in tal senso non trovate?