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Xiaomi accusa l’India di violenza fisica: i dettagli

Qualche settimana fa uscì una notizia piuttosto imbarazzante per Xiaomi. L’azienda, nel suo posizionamento in India, è stata accusata di aver rimesso dei soldi (in totale 725 milioni di dollari) sotto forma di royalties, evadendo così delle tasse nel Paese. Da quel momento la situazione in India è precipitata. Il CFO Manu Kumar Jain si è recato lì per chiarimenti ma a quanto pare il tutto è sfociato in una denuncia da parte di Xiaomi nei confronti dell’India. Questa accusa è di violenza fisica e minacce verso alcuni esponenti dell’azienda. Ci riporta la vicenda in esclusiva Reuters.

A causa dell’ultima indagine da parte dell’India nei confronti di Xiaomi, quest’ultima ha accusato il Paese di violenza fisica. Ecco perché

Il produttore cinese Xiaomi afferma di aver subito minacce di “violenza fisica” e coercizione durante l’interrogatorio dell’agenzia indiana per la lotta alla criminalità finanziaria, secondo un deposito del tribunale visto da Reuters. Funzionari dell’Enforcement Directorate hanno avvertito l’ex amministratore delegato dell’azienda, Manu Kumar Jain, l’attuale Chief Financial Officer Sameer BS Rao, e le loro famiglie di “terribili conseguenze” se non avessero presentato dichiarazioni come desiderato dall’agenzia. In sostanza il Paese vorrebbe delle dichiarazioni (anche mendaci) ma in linea con il loro punto di vista.

Secondo le dichiarazioni, i dirigenti di Xiaomi “sono stati in grado di resistere alla pressione per qualche tempo, (ma) alla fine hanno ceduto a tali abusi e pressioni così estremi e ostili e hanno involontariamente rilasciato alcune dichiarazioni“.

xiaomi ferma affari in russia

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Dopo che la notizia è stata pubblicata dalla fonte a cui ci rifacciamo, la direzione ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che le accuse di Xiaomi erano “false e prive di fondamento” e che i dirigenti dell’azienda si erano deposti “volontariamente nell’ambiente più favorevole”. Ricordiamo che Xiaomi è sotto inchiesta da febbraio e la scorsa settimana l’agenzia indiana ha sequestrato 725 milioni di dollari sui conti bancari indiani della società, affermando di aver effettuato rimesse illegali all’estero “sotto forma di royalties”.

Xiaomi ha negato qualsiasi illecito, affermando che i suoi pagamenti di royalty erano legittimi. Giovedì, un giudice ha ascoltato gli avvocati di Xiaomi e ha sospeso la decisione dell’agenzia indiana di congelare i beni bancari del colosso. La prossima udienza è fissata per il 12 maggio.

Al momento l’azienda non ha rilasciato nessun comunicato stampa ma non tarderà a farlo. Vi terremo aggiornati

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Gianluca Cobucci
Gianluca Cobucci

Appassionato di codice, lingue e linguaggi, interfacce uomo-macchina. Tutto ciò che è evoluzione tecnologia è di mio interesse. Cerco di divulgare la mia passione con la massima chiarezza, affidandomi a fonti certe e non "al primo che passa".

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