L’ultimo smartphone del brand, ovvero Xiaomi 11T e l’ultimo tablet, ovvero Xiaomi Pad 5, si sono “aggiornati” nelle ultime ore. In realtà non è un vero e proprio aggiornamento ad essere arrivato, bensì un supporto. Parliamo del supporto a Google ARCore, ovvero il servizio che permette ad un device di utilizzare applicazioni di realtà aumentata che, a loro volta, usano una fotocamera. Bene, andiamo a vedere la certificazione e nel dettaglio cosa permette di fare Google ARCore.
Xiaomi 11T e Xiaomi Pad 5 sono gli ultimi due dispositivi del brand ad aver ricevuto il supporto per Google ARCore. Ecco cosa significa
Per completezza di informazioni ricordiamo che ARCore era agli esordi un’applicazione scaricabile dal Play Store mentre ora, essendo Google a stabilire quali smartphones supportano determinati servizi, è integrato all’interno dei device. L’unica cosa che permette o meno di usarli è appunto la “certificazione” di Google. A quanto pare anche Xiaomi 11T e Pad 5 possono, da oggi, utilizzare questi servizi per usufruire della realtà aumentata tramite l’uso delle fotocamere del device. Si pensi al gioco Pokémon Go ad esempio, con cui è possibile catturare i colorati mostriciattoli utilizzando proprio la realtà aumentata.
Leggi anche: Nuovi Xiaomi e Redmi ricevono il supporto al servizio Google ARCore
Pokémon Go però non è l’unica applicazione che si può utilizzare con questi servizi per la realtà aumentata. Ricordiamo anche i ben più importanti Google Maps Live View, degli animali 3D della ricerca Google. Diversamente da altri dispositivi come Redmi Note 9S, il supporto sul POCOPHONE è arrivato in tempi di record. Ad onor del vero dobbiamo però ricordare una cosa: il ritardo non è dovuto a Xiaomi o all’azienda omonima, anzi, per una volta l’azienda produttrice non è imputabile di nulla. E’ il gigante di Mountain View che decide di rilasciare l’autorizzazione e “le chiavi di accesso”.
Il tutto riassunto: da oggi questi dispositivi possono usare (ma anche prima potevano in realtà) i servizi di realtà aumentata tramite fotocamera.
Fonte | Google