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Riassunto e traduzione dell’intervista ad Hugo Barra a LeWeb, la prima in pubblico

Dal giorno del suo trasferimento alla Xiaomi, Hugo Barra ha lavorato molto e parlato poco, ecco perché la sua prima intervista pubblica rilasciata alla conferenza “Le Web” a Parigi in Dicembre acquista un interesse particolare.

Vi lascio alla mia traduzione riassunta del (lungo) video.


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Sulla Cina

Dopo una piccola presentazione ed i saluti, Hugo inizia a snocciolare alcuni dati acquisiti nei due mesi (effettivi) in cui è fisicamente vissuto in Cina. Una nazione sorprendente, “un universo parallelo” che ogni giorno non smette di stupirlo in modo tale da costringerlo a tenere un diario per appuntare le singolarità che nota.

Comincia poi a snocciolare dati impressionanti del fenomeno di evoluzione della Cina: 600 milioni di utenti Internet e 500 milioni di smartphone che sono raddoppiati negli ultimi 6 mesi!

Segue una carrellata di aziende, applicazioni e servizi, anche qui numeri impressionanti! Come quelli dell’ecommerce TaoBao che corrisponde a più del doppio di eBay ed Amazon messe insieme.  Come dice Barra “in Cina le proporzioni vanno ridefinite”.

Parole entusiastiche anche per il servizio WeChat. Ogni singolo Cinese con uno smartphone usa questo servizio, ed anche la sua (di Barra) vita e completamente incentrata su questa applicazione. Un software completo e ben fatto, un social network globale che però permette alcune funzioni uniche. Ad esempio, ricorda Barra, il mese scorso la Xiaomi è riuscita a vendere attraverso questa piattaforma ben 250.000 unità in 10 minuti.

Piccolo excursus sul florente panorama degli AppStores alternativi, quasi 100 in Cina. Come infatti sapete il PlayStore in Cina è stato bandito favorendo lo sviluppo di alternative tra cui proprio quella dello Xiaomi App Store. Interessante la domanda dell’intervistatore che, giustamente, si chiede come mai l’ AppStore di Apple sia consentito. La risposta è tanto semplice quanto allarmante: l’AppStore di Apple permette di applicare le dovute restrizioni (Censure, ndr) invece il PlayStore è “troppo” libero.

Sulla Xiaomi

Finalmente poi, LA domanda: Perchè sei voluto andar via da Google?

Hugo confessa di aver cavalcato la “tempesta perfetta” della sua vita. Ha da sempre avuto il desiderio di vivere in Asia ed in particolare conoscere meglio la Cina proprio per alcune incredibili peculiarità, alcune delle quali descritte prima. Inoltre negli ultimi 3 anni il suo lavoro era incentrato esclusivamente su Internet ed ora voleva invece mettersi alla prova nella gestione più globale di un business, in questo senso la Xiaomi era la migliore opportunità che gli potesse capitare.

La Xiaomi infatti nasce come software house che però si è evoluta producendo smarphone “intorno” al proprio software (MIUI) con un modello di business simile a quello di Apple, controllando e gestendo direttamente ogni fase della realizzazione dei propri devices. E’ come se, dice Barra, fondessimo la dinamicità di Google nel creare software con la capacità di Apple nel creare dispositivi.

Hugo poi dedica alcuni minuti a presentare i gioielli di casa Xiaomi, l’M3, l’M2S e l’HongMe sottolineando l’incredibile basso costo degli stessi.

L’intervistatore chiede anche se vedremo mai i loro prodotti distribuiti (ufficialmente) al di fuori della Cina. La risposta è ovviamente SI ed è uno dei motivi per il quale Hugo Barra è stato assunto. Non sarà facile ma la Xiaomi ha come obbiettivo quello di raggiungere a livello mondiale lo stesso successo ottenuto in Cina.

Alzi la mano ci ritiene che Hugo Barra abbia fatto la scelta giusta! 

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Simone Rodriguez
Simone Rodriguez

Blogger, ma soprattutto appassionato di tecnologia. Faccio parte di una generazione che è passata dal tubo catodico agli smartphone, rendendomi testimone di un'evoluzione tecnologica senza precedenti. Dal 2012 seguo assiduamente il marchio Xiaomi che con il convogliarsi di vari progetti mi ha portato a realizzare XiaomiToday.it, la casa di tutti gli Xiaomisti Italiani. Scrivimi: [email protected]

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