Fino ad oggi raramente si è sentito dire che una batteria andasse in autocombustione. Diciamo che il problema maggiore riguardante la batteria è sempre stata la durata, più che la sua sicurezza. E’ vero, ci sono stati sporadici casi di smartphones che hanno preso fuoco, ognuno dovuto a differenti motivi. Ricordiamo il caso del 2016 riguardante un Samsung Galaxy Note 7, ad esempio. Nonostante il numero 4 sia quello che i cinesi temono di più, pare che il 7 questa volta sia il numero più sfortunato visto che in India è andato a fuoco un Redmi Note 7S. Non conosciamo questo dispositivo in Europa, ma in realtà è quasi simile al fratello senza la S.
Redmi Note 7S prende fuoco in India: batteria in autocombustione
Questo spiacevole evento ha luogo, come detto, in India e il protagonista dello sfortunato incidente si chiama Chavhan Ishwar. In un post decisamente lungo su Facebook, ha raccontato la sua storia partendo dall’acquisto del suddetto smartphone fino ad arrivare al triste epilogo. Il soggetto ha acquistato il device della serie Note il 01/10/2019 sul noto sito indiano Flipkart; ricevuto due giorni sopo, l’utente ha iniziato a utilizzarlo senza alcun problema fino a quando, dopo precisamente un mese, il device ha deciso di prendere fuoco e mandare in autocombustione la propria batteria.
Ishwar ha affermato che il suo dispositivo non era in alcun modo sotto carica, anzi, era posizionato normalmente sul tavolo. Come vediamo dalle immagini la macchina ha preso fuoco a partire dalla parte bassa, dove è alloggiata la batteria. La parte superiore invece è “incolume” e di conseguenza possiamo affermare che è stata la batteria il problema e non il processore. Subito dopo il misfatto, l’utente indiano ha contattato l’assistenza, è andato al centro riparazioni e lì è risultato quasi impossibile estrarre la SIM tanto era fuso il dispositivo.
Ma ora arriva il punto curioso: dopo qualche giorno che l’utente ha lasciato il Redmi Note 7S al centro riparazioni, è stato richiamato e gli è stato comunicato che la procedura di riparazione da lui richiesta è stata respinta in quanto “c’è stato qualcosa nella batteria che ha causato l’incidente“: questo vuol dire che, secondo quanto dice l’utente, il centro riparazioni crede che un qualcosa messo sopra la batteria abbia causato questa autocombustione. Le batterie degli Xiaomi però, non essendo estraibili, è impossibile manometterle e dunque come è possibile che abbia avuto qualcosa sopra?
A questo punto Ishwar, non contento della risposta, ha contattato direttamente Xiaomi e la risposta dell’azienda lo ha lasciato senza parole:
“La batteria non è coperta da garanzia“
In seguito, come riportato da Gizchina.com, l’azienda avrebbe affermato:
“Per Xiaomi, la qualità deiprodotti è della massima importanza. La fiducia che i Mi Fans hanno dimostrato negli ultimi 5 anni ne è una testimonianza. Siamo inoltre orgogliosi di avere una delle reti di assistenza post-vendita più forti del paese che si batte per risolvere i problemi dei clienti. In questo caso particolare, dopo un attento esame, si è concluso che il danno era causato da una forza esterna e quindi classificato come “danno indotto dal cliente“.
In effetti una risposta del genere, quando si tratta di un caso eccezionale che non ha avuto mai precedenti, è alquanto strana. L’utente è rimasto decisamente scontento dell’assistenza post-vendita del brand e ha detto che sarà difficile che riacquisterà un prodotto del genere. Pensandoci è davvero impossibile che l’indiano abbia manomesso il device a livello della batteria poiché, come dicevamo prima, essa non è rimovibile. Oltretutto togliere lo sportello che la copre è un lavoro minuzioso che (questo si) invaliderebbe davvero la garanzia. Ci auguriamo che questo non accada anche a noi. O a voi è già successo con uno Xiaomi?
