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POCOPHONE F1: l’azienda conferma la certificazione contro gli spruzzi e Quick Charge 4.0

Ormai lo smartphone POCOPHONE F1 è sulla bocca di tutti, vuoi per il piccolo prezzo a cui viene proposto nonostante l’hardware da top di gamma, vuoi perchè il sub brand di Xiaomi, POCO, ha deciso di stravolgere le regole di ferro del modding dando il pieno supporto, vuoi per altri motivi. Ma se pensavamo che POCOPHONE F1 fosse già abbastanza completo in virtù del prezzo ci sbagliavamo, poichè l’azienda ha fatto ulteriori due rivelazioni sullo smartphone di punta del momento, confermando che il terminale è certificato contro la resistenza agli spruzzi, grazie alla tecnologia P2i, leader globale nella nanotecnologia repellente liquida. Ciò significa che il gioiello tecnologico resiste a schizzi di acqua ma non è possibile immergerlo in acqua.

Un’altra rivelazione, o meglio specificazione, riguardo il telefono è che lo stesso viene fornito con il supporto allo standard Qualcomm Quick Charge 4.0, seppur il caricabatteria in dotazione sfrutti invece la precedente generazione di ricarica rapida. Tuttavia, Qualcomm non elenca il POCOPHONE F1 come dispositivo compatibile con Quick Charge 4.0.

POCOPHONE F1: l’azienda conferma la certificazione contro gli spruzzi e Quick Charge 4.0

Jai Mani, Responsabile del prodotto POCO Global, ha dichiarato che la società sta pianificando di implementare un nuovo aggiornamento OTA per abiltare lo sblocco con il volto anche in altre regioni, funzione attualmente attivabile impostando India oppure Hong Kong. Ha inoltre chiarito che il telefono non offre due speaker stereo, ma questo è ottenuto in modo smart combinando l’altoparlante di sistema con la capsula auricolare. Un errore forse imperdonabile in fase di lancio del prodotto?

Tuttavia, il dirigente indiano deve ancora rispondere per quanto riguarda i problemi di screen-bleeding segnalati da diversi utenti , il che potrebbe essere un problema hardware in determinati dispositivi, che prevederebbe la sostituzione del terminale in garanzia. Purtroppo devo confermare che il problema non è relegato ai primi stock indiani ma che il fenomeno è presente anche in Italia. Insomma, mi spiace ammetterlo, ma forse Xiaomi ha accelerato troppo i tempi per il lancio di questo terminale, di cui personalmente non sentivo l’esigenza.

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Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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