

Ebbene sì, quest’anno non vedremo OnePlus 9 su DxOMark, è ufficiale. Il noto portale che si occupa di recensire il comparto fotografico e audio di vari dispositivi non avrà il nuovo flagship del band. Ad annunciarlo è lo stesso CEO Pete Lau su Weibo. La notizia ha dell’incredibile per due ragioni. La prima: è a prima volta che un’azienda si rifiuta di mandare un dispositivo (ricordiamo flagship) a far recensire; la seconda: il motivo è alquanto strano, almeno apparentemente, ed è legato all’azienda cugina Oppo. Andiamo a vedere i dettagli della vicenda.
OnePlus 9 non sarà inviato a DxOMark per la consueta recensione delle fotocamere: Pete Lau si rifiuta e apparentemente il motivo è legato ad un torto fatto ad Oppo
Chi segue le vicende di Oppo, saprà senza dubbio cosa è successo ieri proprio sulla piattaforma DxOMark. A seguito dell’uscita del nuovo top di gamma Oppo Find X3Pro, il portale ha pubblicato la sua recensione in anteprima. Non si trattava tuttavia della solita valutazione con i voti. E’ stato scritto però che il dispositivo è privo dell’ottica di superficie a forma libera che può prevenire efficacemente la distorsione dei bordi sotto l’angolo di visione ultra-ampio. In realtà lo smartphone ne è provvisto. Questa cosa evidentemente non è piaciuta al gruppo BBK di cui fanno parte OnePlus e Oppo.

Qualche ora dopo la pubblicazione della recensione, DxOMark ha eliminato il paragrafo incriminato ma subito su Weibo sono nati i primi malumori. Il vecchio CEO di Oppo Shen Yiren ha criticato la recensione “negativa” di DxOMark e a seguire, Pete Lau ha comunicato che OnePlus 9 non sarebbe stato inviato per la consueta recensione.
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Ora, noi siamo certi che si tratti di una svista e un errore del portale. E’ chiaro che se una lente fotografica è presente, il fatto di non citarla non può che essere un grossolano sbaglio. Tuttavia l’importanza e lo spessore di DxOMark si fa sentire in momenti come questi, tanto che un’azienda è disposta a rinunciare ad un rinomato “titolo” piuttosto che darla vinta.
Lasciamo a voi le conclusioni, c’è poco da commentare.