Continuano i movimenti in casa Xiaomi, un’azienda divenuta ormai il produttore di smartphone di riferimento in Cina (e non solo, come vedremo nel corso dell’articolo), e che fino a poco tempo fa deteneva il titolo della più preziosa start-up a livello mondiale. Le ultime voci parlano ora di movimenti del management verso una valutazione di almeno $ 50 miliardi per la sua Initial Public Offering (IPO), l’offerta pubblica iniziale, ossia un’offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato, operazione prevista ormai da tempo per l’anno prossimo.
In precedenza, è stato riferito che Xiaomi stava prendendo in considerazione una IPO già dalla seconda metà del 2018. Secondo alcuni personaggi che starebbero seguendo la cosa, ed al momento rimasti anonimi, Xiaomi è attualmente in trattativa con le banche di investimento per dar vita ad una IPO quanto prima nell’anno che sta per arrivare, ed Hong Kong è considerata la destinazione più probabile.
Una IPO di successo potrebbe raccogliere circa $ 5 miliardi in contanti per l’azienda, che potrebbero aiutare Xiaomi ad alimentare la sua politica di espansione.
Ultimamente, Xiaomi raggiunto grandissimi risultati divenendo uno dei più grandi venditori di smartphone. Quest’anno, la società ha registrato un picco in termini di vendite, dopo aver assistito a risultati sotto le attese nell’ultimo anno (sebbene si sia comunque posta in scia a colossi del calibro di Huawei, Oppo e Vivo in termini di spedizioni).
E’ bene ricordare che tali risultati sono stati centrati con una politica economica orientata a solo alcuni mercati, in cui la Cina faceva da baricentro. Ora invece l’espansione ha conquistato anche l’India, che è noto per essere il più grande mercato mondiale di smartphone. Dal 2014 la società di Pechino ha investito per 46 miliardi ed i risultati non si sono fatti attendere, visto che Lei Jun e soci hanno visto subito Xiaomi posizionarsi come il principale fornitore di smartphone, insieme a Samsung. Entrambe le aziende sono riuscite a conquistare il 23,5% del mercato indiano dei dispositivi mobili, secondo IDC.
Dati ancora più recenti vedono addirittura Xiaomi sorpassare Samsung, diventando così il più grande venditore di telefoni in India. Ciò avviene dopo che la società ha iniziato a concentrarsi anche sul mercato di distribuzione offline dei suoi dispositivi, canale che comunque resta parallelo e secondario rispetto alle vendite online, attraverso importanti investimenti nei Mi Store in India e in Cina.
Attualmente, ci sono circa 11 negozi Mi Home in India ma Xiaomi ha dichiarato che prevede di aprirne almeno 100 nei prossimi due anni. Il mese scorso, Xiaomi ha annunciato il suo terzo stabilimento di produzione in India, in collaborazione con Hipad Technologies. L’ultima struttura si trova a Noida, nell’Uttar Pradesh e sarà utilizzata per fabbricare power banks. In precedenza, la società aveva creato due stabilimenti in Andhra Pradesh, in collaborazione con Foxconn, per la realizzazione di smartphone.
Il vice presidente della società di Pechino, Manu Jain ha detto ai giornalisti a Hyderabad:
“Stiamo sicuramente esplorando, vogliamo aggiungere più capacità, vogliamo creare più impianti, non solo per i telefoni, anche per altre categorie come la Mi-band, ma ci sono molte altri settori…”, ha affermato.
Oltre a Cina e India, l’azienda si sta concentrando anche sui mercati emergenti, tra cui Russia e Indonesia. La società sembra anche interessata a stabilire la sua presenza negli Stati Uniti, dove attualmente vende direttamente solo accessori.
Recentemente, il fondatore e CEO dell’azienda, Lei Jun, ha rivelato che Xiaomi punta a spedire 90 milioni di smartphone entro la fine di quest’anno, cifra che salirebbe a ben 100 milioni di pezzi per il 2018.
Davvero niente male, per una società che associa ancora li suo nome all’idea di start-up!
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