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Huami sbarca in borsa a New York

La grandezza di un’azienda si vede anche da come riesce a far crescere le proprie sussidiarie, come nel caso di Xiaomi che finanziando Huami è riuscita a farla diventare la principale azienda di gadget indossabili della Cina, la quale ieri è stata quotata in borsa a New York per un valore di 110 milioni di dollari.

Fresca di aver lanciato questa settimana negli USA  il suo celebre Amazfit BIP, Huami è entrata a far parte del NYSE con il simbolo HMI, chiudendo il suo primo giorno di trading in leggero rialzo con un valore di 11,25 dollari per azione rispetto gli 11 di partenza. Molti conoscono Huami grazie ai dispositivi AmazFit ma soprattutto per la più celebre Xiaomi Mi Band 2 che ha decretato la cooperazione tra le due società. Anche Xiaomi si appresta a diventare pubblica con una valutazione fino a 100 miliardi di dollari e con Huami ha già posto le prime basi considerando che è azionista di Huami per il 19,3% più ulteriori 20,4% derivanti dalla società Shunwei Capital, appartenente a Lei Jun, CEO di Xiaomi.

Huami ha dichiarato di aver venduto oltre 45 milioni di dispositivi dalla sua fondazione avvenuta nel 2013, considerando che la società ha spedito 11,6 milioni di dispositivi solamente durante i primi nove mesi del 2017. Ricordiamo che un rapporto IDC ha classificato Xiaomi (ma in realtà derivante dal brand Huami) come il più grande venditore del settore insieme a Fitbit. Dal punto di vista commerciale, Huami ha registrato un profitto di 14 milioni di dollari per i primi nove mesi del 2017 su un fatturato totale di 195 milioni di dollari. Numeri davvero ottimi considerando la giovane età dell’azienda, anche se per gli esperti economi, il profitto di Huami è solo un miraggio in quanto riflette la consociata Xiaomi mascherata da società a gestione indipendente, ma se Huami davvero lo fosse non sarebbe altrettanto redditizia.

huami

A questa affermazione Huami risponde che prevede di utilizzare i soldi per gli investimenti in prodotti e tecnologia ma per aumentare le vendite l’investimento coinvolgerà anche il marketing, ma non si escludono acquisizioni di società per l’implemento dello sviluppo su territorio. Forse un preludio dell’ingresso IPO di Xiaomi, che a quanto pare ha già contattato CLSA, Goldman Sachs e Morgan Stanley per gestire la quotazione, la quale dovrebbe verificarsi nella seconda metà del 2018.

Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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