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Il mercato degli smartphone cinesi è in crisi?

Il mercato degli smartphone cinesi sta sempre più prendendo piede ma altrettanto si sta saturando di brand che entrano in competizione tra loro anche per la ricerca di componenti.

Tendenzialmente le aziende che producono smartphone cinesi cercano di ottenere le forniture di gran parte dei componenti da fornitori “locali” che però in questo momento non riescono a gestire la situazione e quindi gli ordini a volte sfuggono di mano con conseguenti ritardi di consegna.

Per tale motivo alcuni brand tra cui Xiaomi, Huawei, Vivo e LeEco stanno adottando un approccio più conservativo nei confronti degli ordini con tali fornitori, a tal punto di autoprodurre i componenti più specifici come appunto la nuova CPU Pinecone Surge S1 di Xiaomi.

Da alcuni rapporti in circolazione emerge addirittura che vi è un arretrato di ordini risalenti fino al quarto trimestre del 2016 che devono ancora essere consegnati, e ciò potrebbe essere uno dei motivi per cui alcuni produttori di smartphone hanno ritardato il lancio di nuovi modelli di smartphone dal Q1 2017 al Q2 2017.

In genere quando un mercato si satura, come quello degli smartphone, si assiste ad una riduzione del prezzo unitario al fine di mantenere la competizione tra i produttori.

Questo tipo di scenario però sembra essere estraneo al margine di basso profitto dichiarato da Huawei nel 2016, nonostante la spedizione record di 139 milioni di unità di smartphone lo scorso anno, che pertanto sta portando la società ad impostare una strategia di aumento prezzi.

Una strategia già impiegata da Xiaomi e LeEco che sono stati costretti ad annunciare aumenti di prezzo per alcuni dei loro modelli al fine di aumentare i loro guadagni.

Quindi sembra che l’aumento dei prezzi degli smartphone cinesi e dei relativi componenti sia la base del mercato 2017. Le previsioni parlano di uno scenario in cui le vendite di smartphone cinesi scendono al di sotto delle 100 milioni di unità nel 1 ° trimestre 2017, un enorme calo, rispetto le 130 milioni unità registrate nel Q4 2016.

La cosa che però non hanno tenuto in considerazione gli analisti sembra essere il fattore innovazione. Infatti molte aziende, tra cui Xiaomi, stanno sempre più portando nuove funzionalità, nuova tecnologia derivante anche dagli investimenti effettuati in ambito di ricerca e sviluppo. E quindi l’aumento dei prezzi non giustifica solo le leggi di mercato ma anche il finanziamento dell’innovazione che verrà.

Amanti dei CINAFONINI, voi cosa ne pensate? Avete sentito l’effetto “rincaro” degli smartphone cinesi oppure siete più che soddisfatti a sapere che quel piccolo sovrapprezzo è utile alla ricerca e sviluppo delle aziende? Fateci sapere la vostra nel box commenti qui sotto.

Emanuele Iafulla
Emanuele Iafulla

Nerd, Geek, Netizen, termini che non mi appartengono. Semplicemente me stesso, amante della tecnologia e provocatorio come Xiaomi fa con i suoi prodotti. Alta qualità a prezzi onesti, una vera provocazione per gli altri brand più blasonati.

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BerserkBo
BerserkBo
7 anni fa

Basta smetterla di volere a tutti i costi il “brand” cinese.
Ci sono ottimi prodotti di marche meno “prestigiose” a costi molto migliori, come i Vernee o gli Oukitel.
Volete il brand? Allora pagatelo.

BerserkBo
BerserkBo
7 anni fa

Semplice. Aumento dei prezzi=smetto di comprare.
Se i prezzi aumentano perchè prendersi il rischio di comprare cellulari senza garanzia europea?

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